A gennaio 2019 è uscito Temporal, quinto disco solista di Julia Kent, e secondo sull'etichetta inglese Leaf (dopo il teso e dissonante Asperities)
Temporal è una meditazione in musica sulla natura fragile e transitoria dell'esistenza. In esso linee malinconiche di violoncello si adagiano su ritmi metronomici, evocando lo scorrere del tempo e le emozioni che ciò suscita.
"Gran parte della musica di Temporal è stata scritta per opere di teatro e danza, traendo ispirazione da testi o coreografie a cui reagiva" spiega Julia. "Ma i brani sembravano venire tutti fuori dal medesimo mondo emotivo ed è stato naturale assemblarli in un album".
"Quando mi esibisco dal vivo con la danza o il teatro, sento la forte consapevolezza della fragilità del nostro mondo fisico. Danzatori e attori, chiunque abbia come strumento il proprio corpo, non ha nulla con cui proteggersi dalle leggi della gravità e del tempo. Sono molto forti eppure esposti e soggetti a quei limiti in un modo ancora più radicale di altri, per via della corporalità del loro lavoro. Sul palco io ho uno strumento che media per me, loro invece sono nudi. Quando lavoro con i danzatori, in particolare, mi sento come se ci fosse un incredibile flusso di energia nell'aria. Loro possono creare una sorta di sistema atmosferico sul palco"
Temporal manifesta la sua relazione col mondo fisico tramite suoni organici e più umani. Le manipolazioni elettroniche sono più sottili, con Julia che ha campionato voci da varie produzioni teatrali e le ha processate in trame sonore irriconoscibil, come fantasmi dalla matrice materiale.
Ecco il bellissimo video di "
Imbalance", realizzato dall'artista Gregory Euclide (già all'opera per Bon Iver e Lubomyr Melnyk)
SuTemporal:
disco del mese di "contemporary music" per The Guardian
“Gorgeous record” Tom Ravenscroft, BBC 6 Music
“Music for abandoned airports” 8/10, Uncut
https://www.textura.org/pages/downloads.htm
https://www.mojo4music.com/articles/the-24th-mojo-playlist-of-2018
https://sonofmarketing.com/2018/12/17/video-julia-kent-imbalance/
http://castthedice.org/?p=14308
Il disco precedente, "Asperities", risale invece a ottobre 2015 ed affrontava il tema del conflitto: interiore, personale, globale, su temi universali quali il senso di colpa, la paura, la minaccia della violenza. Pur avendo una forte componente cinematica, non c'è nulla nelle sue tracce che evochi un happy ending hollywoodiano: è musica attraversata da tensione e oscurità. Registrato e mixato dalla Kent nel suo studio di New York, e centrato su loop e strati di violoncello, su elettronica e suoni trovati, trasmette un senso di isolamento che è tanto più forte in un mondo sempre più interconnesso e iperconnesso quale il nostro.
BIO
Julia Kent è nata a Vancouver, in Canada, e vive a New York. Compone facendo uso di violoncello, loops, suoni ambientali e tessiture elettroniche. La sua impronta musicale è stata descritta come “cinematica e impressionista”, “organica e forte”, e “impegnata e spiccatamente personale".
Dopo esperienze importanti e formative in band come Rasputina e Antony and the Johnsons, Julia Kent ha intensificato negli ultimi anni l'attività solista arrivando a realizzare ben quattro album e un ep. Delay (Important, 2007) era ispirato dalla riflessione sul disorientamento legato al senso del viaggio, Green and Grey (Tin Angels, 2011) evocava musicalmente il rapporto tra processi organici e tecnologia, mentre Character (il primo per la prestigiosa label inglese Leaf, uscito a marzo 2013) era un'esplorazione all'interno del sé, un viaggio nella propria geografia interiore.
La musica della Kent è stata utilizzata nelle colonne sonore di diversi film (un suo brano figura in "This must be the place" di Paolo Sorrentino) e come accompagnamento di performance teatrali e di danza (Ballet Manheim e Balletto Civile); ha suonato in Europa e Nord America, esibendosi durante festival come il Primavera Sound a Barcellona, il Donau Festival in Austria e l'Unsound Festival a New York.