MARY LATTIMORE (Los Angeles / Ghostly International)
arpa, elettronica
Mary Lattimore è un'arpista originaria della Pennsylvania da tempo residente a Los Angeles, perfettamente a suo agio tanto negli ambienti della classica contemporanea quanto nei circuiti underground.
Con la sua arpa e l'ausilio di sottili e calibrati innesti di elettronica, la Lattimore realizza una ambient music languida, lunare e ovattata, in cui è bellissimo perdersi.
Ha all'attivo numerosi album solisti (i più recenti pubblicati dall'ottima Ghostly International) adorati da critica e addetti ai lavori, e vanta collaborazioni con personaggi del calibro di Neil Halstead, Kurt Vile, Grouper, Sharon Van Etten, Thurston Moore, Meg Baird e Steve Gunn.
"Goodbye, Hotel Arkada" è il titolo del suo ultimo lavoro, uscito lo scorso 6 ottobre; un album in cui Mary ha chiamato a raccolta suoi eroi musicali come Lol Tolhurst (The Cure), Rachel Goswell (Slowdive) e Roy Montgomery nonché spiriti affini e collaboratori di lunga data quali Meg Baird, Samara Lubelski e Walt McClements (Lonesome Leash). L'Hotel Arkada del titolo è un albergo su un'isola croata visitato dalla Lattimore poco prima che i suoi ambienti e arredi vecchio stile fossero smantellati e sottoposti ad un'aggressiva opera di modernizzazione: "Goodbye, Hotel Arkada" è dunque un disco sul cambiamento e sulla perdita, celebra e "piange" la tragedia e la bellezza dell'effimero, di quello che viene vissuto e non più ritrovato nel tempo. "When I think of these songs I think about fading flowers in vases, melted candles, getting older, being on tour and having things change while you're away, not realising how ephemeral experiences are until they don't happen anymore, fear for a planet we're losing because of greed, an ode to art and music that's really shaped your life that can transport you back in time, longing to maintain sensitivity and to not sink into hollow despondency."
video nuovo disco
Mary Lattimore "sa raccontare storie con il suono magico della sua arpa, meglio di come qualcun altro farebbe con mille parole. Delicata, ma anche estremamente incisiva, l'arpa della Lattimore innesca fantasie e immagini nella mente di chi l'ascolta. Ineluttabile e inarrestabile foriera di incanto" (
Ondarock)
"il lavoro più corale della Lattimore e insieme quello dallo spettro emotivo/stilistico più largo" (
SentireAscoltare)