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[Ita / Specula Records]
Teho Teardo ha inventato il suono della nouvelle vague cinematografica italiana scrivendo colonne sonore per registi come Paolo Sorrentino (Il Divo, L'Amico di Famiglia), Andrea Molaioli (La Ragazza del Lago, Il Gioiellino), Daniele Vicari (Diaz, La nave Dolce, Il Passato è una Terra Straniera), e stabilendo un rapporto unico tra musica ed immagini. Bio allegata
Su Le Retour à la raison. Musique pour trois film de Man Ray" "Le retour à la raison" consiste nelle musiche originali composte da Teho Teardo per i film di Man Ray Le retour à la raison, L'étoile de mer e Emak Bakia Nato come spettacolo dal vivo, commissionato a Teardo da Villa Manin in occasione della mostra "Intorno a Man Ray" (dicembre 2014), il progetto ha poi avuto uno sviluppo discografico uscendo su Specula Records nel settembre 2015. Dal vivo Teardo (chitarre ed elettronica) è accompagnato da Ambra Chiara Michelangeli alla viola ed Elena De Stabile al violino,, mentre sullo schermo scorrono le immagini dei suggestivi film d’arte creati dal pittore, fotografo e regista statunitense, esponente del Dadaismo, morto nel 1976 a Parigi. Il concerto prevede, nel finale, la partecipazione di una vera e propria orchestra di chitarristi/bassisti che eseguirà in un crescendo dal forte impatto emotivo una composizione in C# minore: "L'ètoile de mer (Marcia funebre del 1900)".
Il confronto a distanza tra Teardo e Man Ray si è trasformato anche in una “lettera aperta” che il compositore italiano ha voluto indirizzare all’artista statunitense: "Caro Man Ray - scrive Teho - la colonna sonora non combacia con l'idea di cinema dell'Uomo Raggio. Meglio un altro tipo di avvicinamento ai tuoi film, cercando appuntamenti di natura emotiva, fino quasi ad allinearsi con quel mondo, ma senza commentarlo, senza imitarlo, evitando di ribadire quanto già detto nella pellicola. In fondo è quanto ho perseguito in questi anni nel mio rapporto con il cinema".
Teho Teardo - chitarra, elettronica, campane, voce Elena De Stabile – violino Ambra Chiara Michelangeli - viola + ensemble di chitarristi/bassisti
Questo il video ufficiale de " L'étoile de mer" (che dal vivo è il brano che chiude la performance)
“Le retour à la raison” (1923) Primo film di Man Ray, è un cortometraggio di circa tre minuti, proiettato per la prima volta presso il teatro Michel di Parigi il 6 luglio del 1923 durante gli eventi pomeridiani di “Cœur à Barbe”. Man Ray utilizza in questo film la tecnica della “rayografia”, che prende il nome proprio dall’artista, che consiste nell'esporre oggetti a contatto con del materiale sensibile, come ad esempio la carta fotografica. In “Le retour à la raison” si vedono scorrere sullo schermo degli oggetti di uso comune come molle e chiodi mostrati attraverso giochi di luci ed ombre, e il nudo di Kiki de Montparnasse, musa-modella in molte sue opere, spesso presente anche nei lavori di altri dadaisti e surrealisti. “Le retour à la raison” fu elaborato in una sola notte, incollando in modo casuale alcuni spezzoni di pellicola e aggiungendo successivamente delle riprese, girate per prolungare la proiezione. L'idea era quella di assecondare lo spirito giocoso e dissacratorio degli artisti Dada, fatto di improvvisazione, assemblaggio e immaginazione.
“L'étoile de mer” (1928) Il titolo allude a una stella marina che rappresenta probabilmente l'idea di una bellezza ideale paragonata alla perfezione della donna. Con questo film Man Ray crea un cinema di puro lirismo, composto esclusivamente da immagini. Le didascalie contengono spesso giochi di parole, in pieno stile dadaista. La storia è vista in tutti i momenti fondamentali attraverso un vetro smerigliato che non fa mai vedere con chiarezza allo spettatore cosa accade, frustrando il suo desiderio di conoscenza e portandolo a capire come la comprensione sia spesso al di là delle nostre possibilità.
“Emak Bakia” (1926) Oltre alla rayografia in questo film l’artista utilizza le tecniche dell’esposizione multipla e dell’effetto flou. “Emak Bakia” è un susseguirsi di forme geometriche, volti e immagini accostati casualmente in quanto considerati oggetti completamente indipendenti. Man Ray definì questo film un “cinepoema”.
Su Music for Wilder Mann La musica di Teardo attrae e si lascia attrarre liberamente da altre forme dʼarte, delineando, in “Music for Wilder Mann”, una nuova relazione tra gli strumenti della tradizione e lʼelettronica. Forte dellʼapporto dato, e che continua a dare, al cinema ed al teatro con le colonne sonore, il compositore Teho Teardo si accosta ad un altro tipo di immagini: le fotografie di Charles Fréger contenute nel libro "Wilder Mann, la figura dellʼUomo Selvaggio". Sprofondare nella commozione e misurarne con il suono i riflessi che lascia in noi, questo è Music For Wilder Mann. Le apparizioni dei Wilder Mann, i mostri fotografati da Charles Fréger nel libro omonimo che è già divenuto un classico, generano un turbamento che la musica di Teho Teardo ci restituisce in termini sonori. Paura e spavento inducono ad una strana forma di attrazione per questi esseri futuribili ma provenienti dalla notte dei tempi, vestiti di pellicce e con denti d'animale, sormontati da corna o palchi di cervo per trasformarsi in orsi, cinghiali, mostri e diavoli con lo scopo di terrorizzarci. La collaborazione tra il compositore ed il fotografo francese è incentrata sulla ricerca musicale e fotografica della figura dellʼuomo selvaggio, angelo o demone, personificazione dei nostri desideri o difetti. Una necessità che scava nelle nostre più profonde aspirazioni e palpitazioni, uomini che anelano al primitivo, ad istinti arcaici forse mai del tutto assopiti, nonostante l'era moderna della tecnologia, delle troppe parole da leggere e troppe immagini da guardare, nellʼassedio dei dati a cui siamo sottoposti. Una perlustrazione antropologica che documenta il bisogno di selvaticità che è in noi. Fotografie che turbano e che rappresentano qualcosa di remoto, di ancestrale, lontano dal nostro tempo ma pur sempre riconoscibile. Nessuna nostalgia per il passato, qui: i Wilder Mann, gli antenati futuribili, diventano folk pagano, lʼelettronica e gli archi non si preoccupano del passaggio temporale che dalla notte dei tempi ci restituisce il presente. La musica chiede libertà di essere ciò che vuole in ogni luogo, è un reportage emozionale dallʼaltrove, una rimanenza atavica che riverbera tra sintetizzatori ed archi.
Il concerto di Music for Wilder Mann è un evento speciale presentato ora per la prima volta nella forma in cui venne originalmente concepito lʼintero album: due violoncelli ed una viola e gli strumenti elettronici di Teho a cercare un rapporto con un altro tipo di immagini, le straordinarie fotografie di Charles Fréger. Ad ogni brano corrisponde una fotografia, altissima, verticale e minacciosa, una personificazione dei nostri timori, un totem i cui significati variano costantemente in base al nostro sguardo. In un momento del concerto si materializzeranno trenta percussionisti che suoneranno dei piatti e gong e spingeranno tutte le frequenze del suono in cielo.
Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Laura Bisceglia, Giovanna Famulari - violoncello Ambra Chiara Michelangeli - viola
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LIVE:
Teho Teardo in Music for Wilder Mann Teho Teardo - chitarra baritona, autoharp, electronics Laura Bisceglia, Giovanna Famulari - violoncello Ambra Chiara Michelangeli - viola
10/07/19 Bagnacavallo (Ra) @ Chiostro S. Francesco, "Terrena" 05/04/19 Breno (Bs) @ OltreConfine 23/01/19 Firenze @ Spazio Alfieri 24/01/19 Roma @ Angelo Mai 25/01/19 Mestre (Ve) @ Argo 16 26/01/19 Carpi (Mo) @ Mattatoio 27/01/19 Milano @ Santeria Social Club 23/08/18 Calitri (Av) @ Sponz 25/08/18 Musica in Villa, Friuli 27/10/18 Torino @ Museo del Cinema
16/05/14 Forlì @ Ipercorpo* 19/06/14 Milano @ Ex O.P. Paolo Pini "Da vicino nessuno è normale"* 06/09/14 Terracina (Lt) @ Tracce* 09/02/14 Pisa @ Lumière* 21/02/14 Catania @ Zo* 22/02/14 San Vito di Leguzzano (Vi) @ Csc* 23/02/14 Verona @ Chiesa di Santa Maria in Chiavica* 14/11/13 Ferrara @ Zuni, "Collateral" (+ Julia Kent)* 06/12/13 Avellino @ Ex Asilo, "Chiedi Asilo"* 07/12/13 Venezia @ Teatro Fondamenta Nuove* 08/12/13 Agliana (Pt) @ Teatro Il Moderno* 21/09/13 Treviso @ Auditorium Stefanini* 21/06/13 Isola Maggiore (Pg) @ Music for Sunset*22/06/13 Chiesa della Pace di Trarivi di Montescudo (Rn) @ Malafesta*
* Teho Teardo: chitarra baritona, autoharp, elettronica Martina Bertoni: violoncello
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Teho Teardo in concerto Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Laura Bisceglia - violoncello
26/03/20 Palermo, Main Off Festival RINVIATO per decreto coronavirus
27/03/20 Vittoria (RG), Paralleli Sonori RINVIATO per decreto coronavirus
14/09/19 Pontedera (Pi) @ Villa Crastan 13/09/19 Loreto (An) @ Reasonanz 20/07/19 Gavorrano (Gr) @ Cava Ravi Marchi 06/04/19 Montecosaro (Mc) @ Teatro delle Logge 15/02/19 Napoli @ Chiesa S. Caterina da Siena, Retronuevo VI 14/02/19 Catania @ Zo
26/10/18 Gorizia @ Invisible Cities 24/10/18 Marostica (Vi) @ Panic Jazz Club 29/09/18 Cagliari @ Parallel Coast 09/08/18 Carpi (Mo) @ Coccobello 08/08/18 Finale Ligure (Sv) @ Teche Festival
15/12/17 Pisa @ Cantiere S. Bernardo 14/12/17 Torino @ sPAZIO 211 07/10/17 Faenza @ Clandestino 30/07/17 Monte Cucco (Pg), "Suoni Controvento" 18/08/17 Piacenza, Concorto Festival 14/07/17 Cotignola (Ra) "Nell'arena delle balle di paglia"
14/11/15 Roma @ Accademia Americana 26/04/15 Marostica (Vi) @ Panic Jazz Club 25/04/15 Roma @ Handmades Festival
30/12/14 Udine @ Kobo Shop ore 18.30 28/12/14 Modica (Rg) @ Cineteatro Aurora, "Churches"
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Teho Teardo in concerto Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Elena De Stabile - violino Ambra Chiara Michelangeli - viola
07/08/20 Rocca Calascio (AQ) @ Paesaggi Sonori 03/10/20 Rovigo @ Festival Tensioni
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Teho Teardo in "Le retour à la raison. Musique pour trois film de Man Ray" Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Elena De Stabile - violino Ambra Chiara Michelangeli - viola
08/08/20 Sesto al Reghena (Pn) @ Sexto Unplugged 04/10/20 Novara @ Nu Fest 2020
12/09/19 Forlì @ Auditorium San Giacomo / Strade Blu Festival 11/08/19 Taranto @ Cinzella Festival 12/08/18 Fano (PU) @ Rocca Malatestiana 11/08/18 Terlizzi (Ba) @ Chiù Festival 07/07/17 San Gimignano (Si) @ Festival Orizzonti Verticali 17/12/16 Milano @ Fondazione Feltrinelli, "Voices and Borders" 14/12/16 Cotignola (Ra) @ Teatro Binario 03/09/16 Ascoli Piceno @ Auditorium Montevecchi 28/05/16 Bellaria (Rn) @ Bellaria Film Festival 07/02/16 Milano @ Santeria Social Club 31/10/15 Ancona @ Cinematica 26/09/15 Matera @ Notte Bianca 18/09/15 Avellino @ Teatro Gesualdo, Laceno d'Oro 11/09/15 Pisa @ Metarock 27/08/15 Pontenure (PC) @ Concorto Film Festival 22/05/15 Foligno (Pg) @ Young Jazz Festival 29/04/15 Padova @ Cinema Excelsior "Innesti Urbani" 24/02/15 Perugia @ PostModernissimo 06/02/15 Torino @ Museo del Cinema 6-7/12/14 Passariano (Ud) @ Villa Manin, "Intorno a Man Ray"
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Palazzo Grassi, Venezia, 21-22 aprile 2017 21/04/17 Foyer Teatrino Palazzo Graddi "Sea Change" 22/04/17 Teatrino Palazzo Grassi "Phantasmagorica" (di Teho Teardo e MP5, con la partecipazione straordinaria di Abel Ferrara)
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APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:11:55
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[(Ita, Specula Records)]
Uscito il 6 marzo 2020, il nuovo lavoro del compositore di origini friulane si intitola "Ellipses dans l’harmonie" ed è interamente ispirato alla musica contenuta nelle pagine della Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, la cui copia originale è custodita nell’archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che ha prodotto e commissionato l’album. In "Ellipses dans l’harmonie" non c’è solo un omaggio all’Encyclopédie, ma anche una connessione politica con lo spirito dell’Illuminismo che ha guidato la genesi dell’opera e l’attuale necessità di luce davanti ai nuovi oscurantismi.
Attualmente, è nuovamente impegnato al fianco di Enda Walsh nella scrittura delle musiche per Medicine, il nuovo spettacolo del drammaturgo irlandese (già noto per aver scritto “Lazarus” con David Bowie ma anche il film “Hunger” di Steve Mc Queen). Inoltre, ha collaborato con Vinicio Capossela nella scrittura e negli arrangiamenti di alcuni brani dell’album “Ballate per uomini e bestie” pubblicato nel 2019. A settembre 2020, ha scritto la colonna sonora per il film “Molecole” di Andrea Segre, presentato alla preapertura della Mostra di Venezia 77.
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LIVE:
Teho Teardo in "Ellipses dans l’harmonie. Lumi al buio"
Teho Teardo: chitarra baritona, elettronica Giovanna Famulari: violoncello Laura Bisceglia: violoncello Ambra Chiara Michelangeli: viola
TOUR ANNULLATO causa coronavirus, nuove date in lavorazione 26/11 Rivoli (To), Circolo della Musica (evento fb / prevendita)
14/4 Firenze @ Spazio Alfieri RINVIATA per decreto coronavirus
15/4 Rivoli (To) @ Circolo della musica RINVIATA per decreto coronavirus
16/4 Ravenna @ Bronson RINVIATA per decreto coronavirus
17/4 Mestre (Ve) @ Argo16 RINVIATA per decreto coronavirus
18/4 Milano @ Fondazione Giangiacomo Feltrinelli RINVIATA per decreto coronavirus
11/3/20 Milano @ Fondazione Giangiacomo Feltrinelli RINVIATA per decreto coronavirus
12/3/20 Mestre (VE) @ Argo 16 RINVIATA per decreto coronavirus
13/3/20 Ravenna @ Bronson RINVIATA per decreto coronavirus
15/3/20 Roma @ Angelo Mai RINVIATA per decreto coronavirus
17/3/20 Firenze @ Teatro Puccini RINVIATA per decreto coronavirus
18/3/20 Genova @ Claque RINVIATA per decreto coronavirus
19/3/20 Rivoli (To) @ Circolo della Musica RINVIATA per decreto coronavirus
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ultimo aggiornamento: 27/10/2020 18:26:09
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VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE liberamente tratto dal capolavoro di Louis Ferdinand Céline di e con ELIO GERMANO e TEHO TEARDO
Elio Germano e Teho Teardo portano in scena “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline in una versione completamente rinnovata nelle musiche e nei testi.
Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del “Viaggio” restituendo, in una partitura inedita, la disperazione grottesca del capolavoro di Celine che qui ritrova nuove dinamiche espressive nella combinazione di archi, chitarra e live electronics. Una fusione di sonorità cameristiche che guardano a un futuro tecnologico, nella quale le immagini evocate dal testo interpretato da Germano si inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo; un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono. Ed è in quel suono che emergono nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e sugli orrori della guerra mondiale che travolge le relazioni tra gli uomini quanto i continenti. Il pessimismo sulla natura umana, sulle istituzioni, sulla società e sulla vita in generale, diviene inconsolabile fino a non conceder più alcuna speranza al consorzio umano. La scenografia è quasi inesistente. Il palco, scarno e immerso nel buio, lascia spazio a una scrittura dalla spiccatissima natura, una partitura “impressionista” che diventa essa stessa narrazione e si fa interprete del genio di Céline.
Conosciutisi sul set de Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari, Elio Germano e Teho Teardo sono legati da una sincera amicizia e da una solida affinità artistica. Hanno deciso di mettere in piedi Il Viaggio di Céline in occasione di un Festival al Palaexpo, in cui gli fu chiesto un intervento su un testo. Quello che doveva essere un singolo episodio è diventato invece una tournée che a distanza di anni non si è mai conclusa. Significativa la data d’esordio dello spettacolo nel 2012: quella Genova nella quale è ambientato Diaz dello stesso Vicari, film che vede ancora impegnati i due artisti, l’uno come attore e l’altro come autore della colonna sonora.
Elio Germano ha interpretato nel 2016 il ruolo di San Francesco nel film Il Sogno di Francesco, diretto dai registi francesi Renaud Fely e Arnaud Louvet; sono poi usciti (nella primavera 2017) il film di Edoardo Falcone Questione di Karma con Fabio De Luigi e il film di Gianni Amelio La tenerezza con Renato Carpentieri, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti. Nel 2016 ha interpretato Nino Manfred nel film omaggio per Rai 1 per la regia di Luca Manfredi. Nel 2017 torna a lavorare con Daniele Luchetti nel film Io sono Tempesta con Marco Giallini. Nel 2018 prende parte al film di Gianni Zanasi Troppa grazia con Alba Rohrwacher ed è il protagonista nei panni del pittore Antonio Ligabue in Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, per il quale ha recentemente vinto l’Orso d’Argento come migliore attore protagonista alla Berlinale 2020. Nei primi mesi del 2019 prende parte al film di Marco Bonfanti L’Uomo senza gravità e partecipa al secondo film dei fratelli D'Innocenzo Favolacce, anch’esso premiato alla Berlinale 2020 per la migliore sceneggiatura.
Teho Teardo, nato a Pordenone, è compositore, musicista e sound designer. Ha composto le colonne sonore di Denti di Gabriele Salvatores, Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, L’Amico di famiglia e Il Divo di Paolo Sorrentino, La ragazza del lago e Il Gioiellino di Andrea Molaioli, Una Vita Tranquilla di Claudio Cupellini, Il Passato è una terra straniera, Diaz e La Nave Dolce di Daniele Vicari, Quo Vadis Baby (serie tv), Gorbaciof di Stefano Incerti, Triangle di Costanza Quatriglio e La verità sta in cielo di Roberto Faenza Vince il David di Donatello, il Nastro d'Argento, il Ciak d'Oro e il Premio Ennio Morricone. Con Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten realizza gli album Still Smiling, Nerissimo e l’EP Spring!. Collabora con Erik Friedlander, con cui registra Giorni rubati, album ispirato alla poesia di Pasolini. A settembre 2012, collabora con il fotografo francese Charles Fréger per allestire un progetto live poi pubblicato col nome Music for Wilder Mann. Nel 2014, scrive le colonne sonore per tre film di Man Ray, che saranno poi pubblicate nell’album Le retour à la raison, e compone le musiche per lo spettacolo teatrale The Matchbox di Joan Sheehy. Pubblica gli album Ballyturk, Arlington e Grief is the thing with feathers, le cui musiche saranno poi utilizzate nelle omonime pièce teatrale del drammaturgo irlandese Enda Walsh (già noto per aver scritto Lazarus con David Bowie ma anche il film Hunger di Steve Mc Queen) andate in scena a Galway, New York e Londra. Attualmente, è nuovamente impegnato al fianco di Walsh per il nuovo spettacolo Medicine e sta scrivendo le musiche per un film della regista Ildikó Enyedi, Orso d’Oro a Berlino 2017. Ha collaborato con Vinicio Capossela nella scrittura e negli arrangiamenti di alcuni brani dell’album Ballate per uomini e bestie pubblicato nel 2019. A marzo 2020, pubblica l’album Ellipses dans l’harmonie, interamente ispirato alla musica contenuta nelle pagine dell'Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, la cui copia originale è custodita nell’archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che ha prodotto e commissionato l’album
FORMAZIONE Elio Germano: voce Teho Teardo: chitarra, live electronics Laura Bisceglia: violoncello Ambra Chiara Michelangeli: viola Elena De Stabile: violino
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LIVE:
16/06/20 Bologna @ Arena Puccini 19/07/20 Verucchio (Rn) @ Verucchio Festival 20/07/20 Carpi (Mo) @ Concentrico Festival 27/08/20 Venaus (To) @ Arena delle Alpi 28/08/20 Bollate (Mi) @ Villa Arconati FAR, limited edition 2020 RINVIATA AL 6 SETTEMBRE CAUSA MALTEMPO 29/08/20 Assisi (Pg) @ Rocca Maggiore, Suoni Controvento 30/08/20 Pistoia @ Fortezza Santa Barbara 31/08/20 Terracina @ Tempio di Giove RINVIATA ALL'8 SETTEMBRE CAUSA MALTEMPO
06/07/19 Pergine Valsugana (Tn) @ Pergine Festival 11/07/19 Livorno @ Deep Festival
22/09/18 La Spezia @ Teatro Civico, Estate Spezzina 19/10/18 Vasto (Ch) @ Politeama Ruzzi 20/10/18 Bari @ Time Zones Festival 03/07/18 Perugia @ Giardini del Frontone 04/07/18 Genova @ Porto Antico 05/07/18 Avigliana (To) @ Borgate dal Vivo 06/07/18 Galzignano Terme (Pd) @ Anfiteatro del Venda 07/07/18 Fiesole (Fi) @ Teatro Romano 08/07/18 Tivoli (Rm) @ Tivoli Chiama 07/04/18 Cosenza @ Teatro Rendano 28/04/18 Teramo @ Teatro Comunale 29/04/18 Roma @ Nuovo Cinema Palazzo 19/05/18 Belluno @ Teatro Comunale 01/02/18 Pisa @ Teatro Nuovo 02/02/18 Sarzana (SP)@ Teatro degli Impavidi 03/02/18 Terni @ Teatro Secci
19/12/17 Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi 05/10/17 Bologna @ Teatro IL Celebrazioni 06/10/17 Firenze @ Cenacolo di Santa Croce "Genius Loci" 13/05/17 Anghiari (Ar) @ Teatro di Anghiari 25/05/17 Verona @ Teatro Camploy 14/01/17 Novoli (Le) @ Teatro rinviata 30/01/17 Napoli @ Teatro Bellini 31/01/17 Siena @ Teatro dei Rinnovati 10/02/17 Padova @ Sala dei Giganti 11/02/17 Udine @ Palamostre
22/10/16 Mantova @ Arcipelago Ocno 06/11/16 Riccione (Rn) @ Spazio Tondelli, TTV Festival 07/11/16 Parma @ Teatro delle Briciole, Barezzi Festival 10/11/16 Salerno @ Teatro Augusteo, Linea d'Ombra Festival 10/2/16 Cagliari @ Creuza De Mà 30/06/16 Soliera (Mo) @ Arti Vive 24/07/16 Gardone (Bs) @ Festival del Vittoriale 27/08/16 Flumignano di Talmassons (Ud) @ Musica in Villa 2016 28/08/16 Torino @ TOdays 11/02/16 Fano (Pu) @ Teatro della Fortuna 12/02/16 Ascoli Piceno @ Auditorium Montevecchi 17/07/15 Roma @ Villa Ada Incontra il Mondo
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ultimo aggiornamento: 02/09/2020 17:53:45
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Andrea Belfi ha costruito negli anni un linguaggio sonoro estremamente personale, basato sulla combinazione di un essenziale set di batteria e di un set di elettronica altrettanto minimale. Belfi si è creato una reputazione come artista solista, anche attraverso le sue numerose collaborazioni con artisti del calibro di Nils Frahm, Mike Watt e David Grubbs. Il suo ultimo disco solista, intitolato ‘Ore’, è stato pubblicato dall'etichetta Londinese Float e ha destato l’attenzione di personalità influenti nella musica indipendente internazionale come Mary Anne Hobbs e Gilles Peterson. A luglio 2019 è uscito il mini-album ‘Strata’, lavoro che si è sviluppato attraverso una ricerca dei ritmi Gnawa, una tradizione musicale nordafricana che attinge da antiche canzoni spirituali e religiose.
Recentemente Belfi è stato scelto da Thom Yorke come opening act del suo Tomorrow Modern Boxes tour, sia per le date europee (luglio 2019) che per quelle americane (settembre-ottobre 2019).
Photo: https://www.dropbox.com/s/e5vc5extn8vzmny/1-%20Andrea%20Belfi%20-%20%28Credit%20-%20Steve%20Glashier%29%20landscape.jpg?dl=0
“a cult drama from Italy…“ Gilles Peterson, BBC6 Music "an inspired and beautifully realised exploration" - Wire Magazine "You have no concept of just how much a lone kettle drum can blow your mind." - Mary Anne Hobbs for The Guardian
"Ore" in streaming su The Wire: https://www.thewire.co.uk/audio/tracks/listen-to-ore-by-andrea-belfi "electronic swirls that blur the edges" - Electronic Sound Magazine Top 5 albums of 2017 selected by Mary Anne Hobbs Top album of 2017 selected by Gilles Peterson2017 Records of the year by Deluxe Magazinehttp://www.impattosonoro.it/2017/08/08/recensioni/andrea-belfi-ore/http://www.rockol.it/recensioni-musicali/album/7321/andrea-belfi-orehttps://www.thenewnoise.it/andrea-belfi-ore/
video:
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LIVE:
solo set 05/11/20 Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi @ Roma Europa Festival
concerto in live streaming (causa emergenza covid), link qui
01/12/19 Torino @ OGR Public Program, "Concerto in mostra" 31/05/19 Forlì @ Ipercorpo 14/06/19 Milano @ Fondazione Prada c/o "I Want e You But I Find It Difficult"
................. Andrea Belfi opening for Thom Yorke's ‘Tomorrow's Modern Boxes’ tour 02/07 Palladium Cologne DE 03/07 Jahrhunderthalle Frankfurt, DE 04/07 Montreux Jazz Festival, Montreux, CH 07/07 festival Days Off, FR 08/07 festival Days Off, Paris, FR 16/07 Collisioni Festival Barolo, IT 17/07 Villa Manin Codroipo, IT 18/07 Ferrara Sotto Le Stelle Festival Ferrara, IT 20/07 Umbria Jazz ®, Perugia, IT 21/07 Cavea, Rome, IT
September 2019 26th – Laval, Quebec – Place Bell 27th – Toronto – Scotiabank Arena 28th – Pittsburgh – Stage AE 30th – Columbus – Express Live!
October 2019 6th – Atlanta – Fox Theatre 9th – New Orleans – Mahalia Jackson Theatre for the Performing Arts 18th – Berkeley – Greek Theatre 20th – Seattle – Paramount Theatre 21st – Vancouver – Orpheum 22nd – Portland – The Arlene Schnitzer Concert Hall 25th – Santa Barbara – Santa Barbara Bowl 26th – Las Vegas – The Chelsea at the Cosmopolitan 29th – Los Angeles – Greek Theatre 30th - Los Angeles — Greek Theatre .......................
solo set 14/12/18 Bologna, Teatro San Leonardo, "Ombre Lunghe Festival" 22/11/18 Milano @ Linecheck Festival 21/10/18 Bari @ Teatro Palazzo, Time Zones Festival 21/09/18 Fontanafredda (Pn) @ Astro Club, FORMAFree Music Impulse #9 15/09/18 Roma @ Monk 14/09/18 Terracina (Lt) @ Tracce
27/05/18 Torino @ Jazz Is Dead (in duo con Francesco Donadello) 21/04/18 Catania @ Zo, "Partiture" 20/04/18 Salerno @ Teatro del Giullare 19/04/18 Perugia @ Auditorium di Santa Cecilia, "Sacred Noise"
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 16/11/2020 16:36:51
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MILITARY GENIUS (Can / Unheard of Hope) Un nuovo progetto dalla inesauribile scena canadese: si chiama Military Genius e ne è titolare il musicista e produttore Bryce Hildebrand Cloghesy, già membro di NOV3L e dei più noti Crack Cloud, collettivo artistico che funge da meccanismo di sopravvivenza e recupero - da abusi e dipendenze varie - per i suoi stessi membri e fan (cfr. The Guardian). Se in questi ultimi rabbia, istanze sociali e impegno politico sono veicolati attraverso ritmiche e metriche ossessive in una singolare sintesi di (est)etica post-punk e hip-hop, nel progetto solista di Cloghesy i toni e le atmosfere si fanno più sfumati e meditativi.
“ Deep Web” (questo il titolo del disco, in uscita il 6 marzo 2020 per Unheard Of Hope, divisione della label inglese Tin Angel Records) è frutto del lavoro di quattro anni, passati in tour con i progetti citati e ad agitare le scene musicali delle città in cui Cloghesy ha vissuto: la natia Calgary, dove è cresciuto all’ombra delle celebrità locali Women e Chad Vangaalen; Montreal, dove ha prodotto dischi, gestito il club underground Poisson Noir e condotto programmi radiofonici; e Vancouver, dove attualmente risiede. Anni intensi e turbolenti, nei quali, stando alla bio fornita dall’etichetta, il nostro ha anche rischiato di lasciarci le penne. Come per reazione a tutto ciò, il mood dell’album è notturno, solitario e introspettivo. "Deep Web" tiene magicamente insieme brandelli di jazz cinematico ed esperimenti di soul slabbrato (“Reflex”), movenze trip-hop (“Not Tonight”), elettronica ansiogena à la Suicide (“When I Close My Eyes”) e canzoni in bassa fedeltà. La melodia si fa strada tra scorie industrial e vapori ambientali, spesso sorretta dai soffi del sax e dalla voce, indolente, riverberata e avvolgente, dell’autore: è il caso di "Focus" (primo “singolo” reso disponibile dall’etichetta) con il suo incedere circolare, stretto attorno a un lento giro di basso e a una batteria suonata con le spazzole, su cui poggiano il sibilo di un’armonica e una tastiera badalamentiana; o “Let My Guard Down”, brano che induce a battere il famoso piedino e che ogni radio illuminata dovrebbe passare almeno una volta al giorno! O la conclusiva “Born Blind”, delicata ninna nanna semi acustica in cui Bryce è coadiuvato da Jon Varley, suo sodale anche in NOV3L e Crack Cloud e nel tour italiano previsto a febbraio.
Quello di Military Genius è insomma un esordio splendido, un riuscitissimo esempio di gender bending musicale che ha la propria coerenza e cifra estetica nella qualità degli arrangiamenti e dei suoni: stranianti ma non strani, cavernosi ma non cupi, attualissimi eppure attraversati da un calore analogico vagamente retrò. Che sia nata una stella? In attesa della prova live e del prossimo passo discografico, dischi come questo ci ricordano quanta bella musica ci sia in giro. Basta solo avere le orecchie aperte.
Ascolti:
Dal vivo Military Genius sono: Bryce Hildebrand Cloghesy: sax, voce, elettronica Jon Varley: basso
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LIVE:
14/2/20 Verona @ Arci Kroen 15/2/20 Savona @ Raindogs 18/2/20 Pisa @ Caracol 20/2/20 Napoli @ secret show (Retronuevo/Wakeupandream) 21/2/20 Perugia @ T-Trane 22/2/20 Osimo (An) @ Loop 23/2/20 Carpi (Mo) @ Mattatoyo
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ultimo aggiornamento: 13/02/2020 15:08:00
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Xylouris White (Creta, Australia / Drag City Records), pirotecnico duo composto dal liutista cretese George Xylouris (figlio del leggendario cantante e suonatore di lira Psarandonis) e dall’australiano Jim White, batterista dei Dirty Three e collaboratore di Cat Power, Bill Callahan, Pj Harvey, Bonnie Prince Billy, Daniel Blumberg. L'unione di questi due talenti genera un folk ruvido, fiero e avventuroso, che porta nuova linfa e conferisce nuove forme alla tradizione plurisecolare in cui è radicato. Dal vivo presenteranno “The Sisypheans”, quarto disco in studio e primo sulla prestigiosa Drag City Records. Produce Guy Picciotto (Fugazi).
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LIVE:
04/02/20 Pisa @ Caracol 05/02/20 Rivoli (To) @ Circolo della musica 06/02/20 Venezia @ T Fondaco dei Tedeschi, Veneto Jazz 08/02/20 Roma @ Angelo Mai
22/11/19 Milano @ Fondazione G. Feltrinelli, "Natural Disruptors", a music serie curated by Lee Ranaldo23/11/19 Ravenna @ Transmissions Festival
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:37:58
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[Ita / Die Schachtel]
Tour di presentazione del nuovo disco solista del chitarrista e compositore Stefano Pilia uscito a maggio sull'ottima Die Schachtel. Già dal titolo "In Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni" celebre indovinello in forma palindroma dall’origine incerta ma dal fascino innegabile - da Debord agli Einstürzende Neubauten, in molti ne sono rimasti affascinati - l'album rimanda a un'idea simmetrica e speculare. I due lati del vinile contengono ognuno tre tracce e sono speculari e simmetrici sia per modalità operative che per sviluppo del materiale, con la traccia conclusiva che armonicamente rimanda alla prima conferendo ciclicità al tutto. A questo impianto Pilia aggiunge una ulteriore stratificazione di matrice esoterica che va a toccare il discorso narrativo e poetico dell’album, descritto dal proprio autore come «il racconto di una ‘caduta’ nel mondo o più in generale del manifestarsi dentro ad un processo e il suo consumarsi», in cui convivono riferimenti e rimandi più o meno diretti al daimon di Hillman, alla Commedia di Dante, a Omero e l’Odissea (in particolare l’evocazione dei morti detta Nekyia), a Jung, all’influenza di compositori rinascimentali come Giovanni Pierluigi de Palestrina e quant’altri. Il tutto, fatta eccezione per il contributo di Rodrigo D’Erasmo (Afterhours) al violino e di David Grubbs (Codeine, Gastr del Sol, The Red Krayola) al piano, rispettivamente in Sirena + e Melusina +, le due tracce conclusive dei rispettivi lati, con il solo uso della chitarra elettrica. L’album è stato composto e registrato da Stefano Pilia presso BlindSun, Bologna; il mastering è opera di Giuseppe Ielasi mentre Bruno Stucchi è l’autore dello splendido artwork.
Stefano Pilia è un chitarrista e compositore elettroacustico nato a Genova. Il suo lavoro prende corpo a partire dalla pratica esecutiva strumentale e attorno ai processi di registrazione e produzione. Attraverso l’indagine delle proprietà sinestetiche del suono, delle sue relazioni con lo spazio, il tempo e la memoria ha portato avanti una ricerca sempre tesa all'esperienza sonora come possibilità di indagine filosofica e creativa. Oltre alla produzione solista, e’ tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione, composizione elettroacustica e sensibilità avantrock. Suona, collabora e compone in duo con Massimo Pupillo, con ZU, con il quartetto psichedelico In Zaire, con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio , nel "Sogno del Marinaio" con il leggendario Mike Watt al basso e Paolo Mongardi alla batteria, con ZU93 progetto speciale di ZU con David Tibet, e con la chitarrista Alessandra Novaga. Dal 2008 al 2016 è stato parte dei Massimo Volume, dal 2012 chitarrista della stella del Mali Rokia Traoré e dal 2015 parte degli Afterhours. Ha lavorato frequentemente per la realizzazione del suono (sia live che su supporto) per produzioni teatrali, reading, film, installazioni e video arte (Gianluigi Toccafondo, Angela Bullock, Zimmerfrei, Nico Vascellari, Edoardo Gabbriellini, Homemovies, Wuming, Emidio Clementi ). Ha collaborato con artisti e musicisti come Katia e Marielle Labeque, John Parish, Phill Niblock, Oren Ambarchi, Marina Rosenfeld, Valerio Tricoli, Z'ev, Black Forest Black Sea, Rhys Chatam, Starfuckers, David Maranha, Damo Suzuki, Manuel Mota, Giuseppe Ielasi, Julia Kent e molti altri. Ha pubblicato oltre 40 lavori discografici con numerose etichette italiane ed estere (Nonesuch, Die-Schachtel, Presto?!, Drag City, Bluechopstick, Hapna, LastVisibleDog, Sedimental, Soleilmoon, 8mm, Black Truffle, ...)
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LIVE:
20/07/20 Carpi (Mo) @ Concentrico OFF 21/08/20 Fano (PU) @ Bastione San Gallo 03/10/20 Roma @ Roma Europa Festival, Digitalive
Sonorizzazione di "L'uomo con la macchina da presa" di Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti 20/08/20 Ancona, Sconcerti, Mole Vanvitelliana
11/01/20 Bergamo @ Circolo Edoné 17/01/20 Pisa @ Caracol 18/01/20 Milano @ Fucine Vulcano per "Andrà tutto bene vol.5" 20/01/20 Cremona @ Osteria del Fico
21/01/20 Narzole (Cn) @ Out Stack 20/02/20 Catania @ Zò per "Partiture"
23/09/19 Rivoli (To) @ Circolo della musica (W/ Efrim Menuel Menuck & Kevin Doria are Sing, Sinck Sing) 24/09/19 Brescia @ Spettro 25/09/19 Milano @ Germi - luogo di contaminazione 26/09/19 Roma @ Klang 27/09/19 Terracoma @ Tracce (w/ Comaneci) 28/09/19 Avellino @ Godot Art Bistrot 29/09/19 Maglie (Le) @ 0riente 30/09/19 Viterbo @ Allimprovvisoo 01/10/19 Foligno (Pg) @ Spazio Astra 10/10/19 Genova @ Teatro Bloser 11/10/19 Asti @ Diavolo Rosso
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ultimo aggiornamento: 17/07/2020 23:38:02
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Daniel Blumberg è un musicista, compositore e artista visivo di Londra. I suoi album escono per la Mute Records. "Minus", esordio del 2018, ha lasciato di stucco pubblico e addetti ai lavori, finendo in tantissime classifiche di fine anno; il 31 luglio 2020 è uscito il suo secondo disco in studio, intitolato "On&On".
“I hear a room, its air and the disturbances that ricochet between its surfaces, then I hear a song, as if a ship has slowly emerged out of sea mist, its form coalescing into coherent shape for the sake of memory.” – David Toop on On&On
La pubblicazione di "On&On" è accompagnata da un saggio scritto da David Toop e da ritratti della fotografa Brigitte Lacombe. Guarda il video per “On&On” diretto da Blumberg QUIAscolta i primi tre brani estratti QUILeggi il saggio di David Toop QUI
On&On – seguito del debutto di Blumberg su Mute, Minus, del 2018 – rappresenta il consolidamento dell’estetica decostruzionista dei brani che Blumberg ha sviluppato, operando tra strutture convenzionali e improvvisazione libera. Con questo nuovo lavoro, il musicista inglese va oltre, incorporando motivi proteiformi e talvolta dissolvendo i confini tra i brani. La title track “On&On” appare quattro volte nell’album, creando un vero e proprio brano infinito che rappresenta al meglio il paradosso del cerchio, esistendo in uno spazio laminare tra il moto perpetuo e la stasi, così come Daniel canta: ‘On and on and on and on and on…’ L’album è nato durante delle live session con lo stesso gruppo di musicisti presenti in Minus: Daniel Blumberg (voce, chitarra, armonica), Ute Kanngiesser (violoncello), Billy Steiger (violino), Tom Wheatley (contrabbasso) e Jim White (batteria), con l’aggiunta di Elvin Brandhi (voce). Si tratta di relazioni sempre più intense e di una forte condivisione di tecniche, per questo gruppo affiatato di musicisti che gira intorno al Cafè OTO. L’album è stato registrato da Peter Walsh (Scott Walker), che ha catturato le straordinarie performance del gruppo, includendo l’intera gamma espressiva dei loro strumenti, dalle melodie morbide e le armonie vocali delicate, ai graffi ruvidi e irregolari, mentre il suono della stanza e del mondo esterno sconfina naturalmente nel campo sonoro, come Toop dichiara, “as if a window has opened”.
Ulteriori ascolti
RECENT QUOTES “A modern masterpiece” – 5/5 The Times “Minus is a statement of intent from an artist who has found his voice” – The Quietus “Traces lines between drawing and improvised music” – The Wire “One of London’s most exciting emerging artists” – Hans Ulrich Obrist
SELECTED DISCOGRAPHY Daniel Blumberg: On&On (Mute, 2020) GUO: GUO4 (Mute, 2019) Daniel Blumberg: Minus (Mute, 2018) Daniel Blumberg & Hebronix: Liv (Mute, 2018) Daniel Blumberg: Live at Café OTO (OTOroku, 2018) GUO: GUO2 (OTOroku, 2018) GUO: GUO1 (self-released, 2017) Daniel Blumberg & Neil Michael Hagerty: HEB-HEX (ATP Recordings, 2013) Hebronix: Unreal (ATP Recordings, 2013)
SELECTED FILMOGRAPHY The World To Come (dir. Mona Fastvold, 2020) GUO4 (dir. Peter Strickland, 2019) GYUTO (dir. Brady Corbet, 2019) Brigitte (dir. Lynne Ramsey, 2019) Gleaning Truths (dir. Agnes Varda, 2018)
SELECTED EXHIBITIONS Black Album / White Cube, Kunsthall, Rotterdam (2020) Dance, Stanley, Dance with Marianna Simnett, Matt’s Gallery, London (2020) JOMO, Macro, Museum of Contemporary Art, Rome (2020) MK Calling, MK Gallery, Milton Keynes (2020) Hyper!: Deichtorhallen, Hamburg (2019) Union Gallery, London (2019) Ways of Listening with [Assemble]: British School at Rome (2018)
Su Minus: Minus è un lavoro sorprendente che coniuga improvvisazione e musica libera al più grezzo songwriting emotivo, radicato nel profondo tumulto personale che Blumberg ha vissuto mentre lavorava al disco. Il primo assaggio di Minus arriva con il video per la title track, ambientato nel capannone in cui Daniel ha scritto la maggior parte del disco e creato la copertina dell’album. È stato montato a Budapest dal pluripremiato editore cinematografico ungherese David Jancso (White God, The Childhood Of A Leader). L’album è stato registrato dal vivo con il leggendario produttore Peter Walsh (collaboratore di Scott Walker da Climate Of Hunter) in soli cinque giorni presso una remota residenza in Galles, durante un periodo difficile causato da una debilitante rottura con la partner di sette anni e alla continua lotta di Blumberg con la malattia mentale che ha provocato il suo ricovero solo una settimana prima della registrazione. In precedenza Blumberg aveva trascorso gran parte degli ultimi cinque anni lavorando esclusivamente all’interno della comunità di musicisti radicali del Café OTO di Londra, dove ha improvvisato regolarmente con una schiera di musicisti lungimiranti e intransigenti. Da questa comunità Blumberg ha sviluppato una forte relazione creativa con il violinista Billy Steiger e il contrabbassista Tom Wheatley, e insieme hanno creato una nuova, singolare musica incentrata sul songwriting di Blumberg. Il venerato batterista Jim White (Dirty Three, Smog, Cat Power) si è unito al trio per le sessioni dell’album.
A soli 27 anni, Blumberg ha alle spalle una ricca storia musicale; dalla sua prima band che ha firmato per XL mentre lui andava ancora a scuola, ai progetti di Oupa e Hebronix, alle collaborazioni creative con artisti del calibro di David Berman (Silver Jews), Low, Lambchop e Neil Michael Hagerty dei Royal Trux (con il quale Blumberg si è esibito come membro di Howling Hex). Con Minus, però, c’è la sensazione che Daniel Blumberg sia finalmente arrivato nel posto che stava cercando: un lavoro che lo conferma tra le voci contemporanee più uniche della Gran Bretagna e che ambisce al titolo di modern classic.
PLAYLIST 2018 #2 su Rumore, #12 su Blow Up, tra i best albums 2018 per IL Magazine (Sole 24 ore) e #6 per Rough Trade (oltre a molte altre classifiche individuali di giornalisti e addetti ai lavori) disco del mese Rumore maggio, 8 su Blow Up, 4/5 sul Mucchio e intervista sul numero di giugno, 8 su Ondarock etc
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LIVE:
13/09/20 Galzignano Terme (Pd) @ Anfiteatro del Venda 17/09/20 Terni @ Teatro Secci
Daniel Blumberg with Billy Steiger & Tom Whatley 15/03/19 Avellino @ Cripta del Duomo 16/03/19 San Costanzo (PU) @ Teatro "La Concordia", Klang 17/03/19 Genova @ Teatro Stradanova 18/03/19 Roma @ Auiditorium Spin Time Labs, Unplugged in Monti 19/03/19 Milano @ Triennale, Fog Festival
22/11/18 Fontanafredda (Pn) @ Astro Club 23/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival 24/11/18 Foligno (Pg) @ Spazio Zut 25/11/18 Napoli @ secret venue (by wakeupandream)
Daniel Blumberg solo 05/10/18 Terlizzi (Ba) @ Mat 08/10/18 Roma @ British School
Trio w/ Billy Steiger (violin) and Tom Wheatley (double bass) 24/05/18 Milano @ Planetario / Wired Next Festival 28/05/18 Roma @ Unplugged in Monti
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ultimo aggiornamento: 13/09/2020 20:05:32
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A Wakeupandream connection of exclusive songs & special souls vol.1 artwork by cyop&kaf mastering assistance by Renato Grieco released July 3, 2020 Wakeupandream pubblica la sua prima compilation. Si intitola "Close distance" ed esce venerdì 3 luglio 2020, in occasione del bandcamp fee waiving day. La raccolta, il cui titolo allude al difficile periodo che stiamo vivendo e ai valori di prossimità e solidarietà che il mondo dell'arte può e deve esprimere ora più che mai, contiene dieci brani inediti di alcuni artisti della "comunità" di Wakeupandream: Califone, Pan•American, Teho Teardo, Evan Lurie, Pierre Bastien, Jerusalem in My Heart, Eric Chenaux, A Hawk and A Hacksaw, Richard Youngs, Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp. Una collezione o meglio una "connessione" di e con la musica, per ora solo in digitale. Ma la dicitura "vol.1" lascerebbe presagire ulteriori sviluppi...
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LIVE:
1. Eric Chenaux - Spring (Jarred) 04:42 2. Evan Lurie - The Lower Room 02:34 3. Califone - Jaco Pastorius 03:43 4. Pan•American - Via dei Tribunali 05:12 5. Teho Teardo - Warburg's Nest 02:53 6. Richard Youngs - Dreamlong Song 02:33 7. Pierre Bastien - Emit Time 04:40 8. Jerusalem In My Heart - Qalouli (They Told Me) 06:06 9. A Hawk and A Hacksaw - Dance from Maramures 02:24 10. Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp - New Trance 10:47
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ultimo aggiornamento: 21/07/2020 17:50:34
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postfree per sassofono sudista (Blow Up, 8/10, tra i dischi del mese di dicembre 2018)
Antonio Raia è un giovane musicista e improvvisatore napoletano. "Asylum", pubblicato il 16 novembre 2018 dalla cult label portoghese Clean Feed Records (Evan Parker, Mats Gustafsson, William Parker, John Butcher), è il suo LP d'esordio e fa seguito a un paio di EP e molte esperienze in studio e dal vivo, anche al fianco di nomi come Chris Corsano, Adam Rudolph, Elio Martusciello, Alvin Curran, Colin Vallon, Lisa Mezzacappa, Ken Vandermark, Caterina Palazzi etc Il sax tenore è il protagonista assoluto del disco: suonato senza sovrastrutture né filtri, in modo viscerale, vibrante, scarno e poetico, sembra incarnare sia nei momenti più esplosivi e vulcanici sia in quelli più pacati e riflessivi la bellezza struggente e disperata della metropoli partenopea. “Non c'è albero che voglia male al giardino / Non c'è figlio che non abbia avuto utero / Non c'è uomo che non possa farsi asilo”. Asylum porta con sé importanti metafore sociopolitiche: il titolo rimanda al concetto quanto mai attuale di essere umano come accoglienza verso il prossimo, di casa come rifugio, ed è intimamente legato all’Asilo Filangieri, un ex orfanotrofio nel cui refettorio in disuso si sono svolte le incisioni. Da qui l'origine di pezzi come Refugees, The Children In The Yard o Lullaby. E poi c'è Napoli, appunto, presente non solo sullo sfondo, come humus nel quale il disco affonda le proprie radici, ma anche nella scelta coraggiosa di riproporre (in chiave astratta e quasi decontestualizzata) due classici quali Torna a Surriento e Dicintencello vuje. Il resto della scaletta, per un totale di dodici tracce messe in ordine come i capitoli di un libro, è completato dallo standard jazz Misty e da nove inediti che procedono tra melodia e riverbero, mantenendo sempre saldo il rapporto tra suono e spazio. Ascoltate The Lights Insight Scream: quella che urla, nella cura maniacale dei dettagli, è l’emozione, a illuminare un mood altrimenti noir. La drammaturgica Fire On Heart parte con un fischiettio morriconiano, a richiamare Alessandro Alessandroni, prima appunto di far bruciare a piene polmoni le note. Il suono è totalmente acustico, in presa diretta, privo di sovraincisioni o effetti elettronici, così da catturare l’urgenza che muove e sottende l'ispirazione di Raia. Di fondamentale importanza, in tutto ciò, è l’apporto del “partner in crime” Renato Fiorito, fonico e compositore elettroacustico, che ha individuato dieci microfoni da distribuire nell’ex Asilo secondo specifici parametri e che, dal vivo, aggiungerà dell’elettronica in field recording per ricreare un setting in cui muoversi. In un’epoca di conflitti, il sax di Antonio Raia apre all’empatia. Ritornando alla radice e alla sua semplice complessità.
Sul palco in due: Antonio Raia al sax tenore e Renato Fiorito ad electronics/field recordings (Renato cura anche il particolare posizionamento dei microfoni attorno ai quali si muove Raia) Live che mette i brividi e toglie il respiro (non solo al musicista ma anche al pubblico!).
I podcast delle puntate di Battiti in cui si parla del disco https://goo.gl/K94qPd https://goo.gl/Nu3Cdq Il live report della recente esibizione per JazzMi e questo il video del concerto, filmato da URSSS
"Asylum è una sorta di incrocio tra la grande scuola melodica italiana, il jazz di stampo più free di scuola americana e le evoluzioni fiatistiche di un Colin Stetson trapiantato nel Golfo di Napoli, sentire la violenta “The Lights Inside Scream”. Il risultato finale è affascinante e a suo modo oscuro; questo giovane musicista sembra portare idealmente sul groppone secoli di musiche con la nonchalance di chi ha la giusta incoscienza e le spalle larghe per sopportarne il peso. Complimenti" New Noise
"his phrasing is controlled and beautiful. When his libnes dissolve into saliva-soaked hisses, it's not so much extended technique as a reduction of technique to its foundation: wind through metal", Phil Freeman, The Wire, march 2019
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LIVE:
Antonio Raia | Renato Fiorito
04/09/20 Bassano del Grappa (Vi) @ Opera Estate Festival
05/05/20 Pisa @ Caracol RINVIATO causa coronavirus
31/3/20 Pisa @ Caracol
7/2/20 Napoli @ Pio Monte della Misericordia - "In Nera Luce"
26/10/19 Bari @ Time Zones Festival, AncheCinema (opening for Colin Stetson) 21/06/19 Rovereto (Tn) @ Osvaldo Festival 12/05/19 Meldola (FC) @ Area Sismica (Raia Fiorito) 24/05/19 Bucarest @ Green Hours Jazz Fest 26/05/19 Torino @ Jazz Is Dead (Raia Fiorito)
Raia/Fiorito/Cyop&Kaf 15/11/19 Napoli @ Scugnizzo Liberato 06/07/19 Milano @ Fondazione Feltrinelli "Voices and Borders" 14/04/19 Ancona @ Cinematica Festival, Mole Vanvitelliana (Raia Fiorito Cyop&Kaf)
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ultimo aggiornamento: 02/09/2020 17:53:16
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Non è più una novità la classe di Emily Jane White, cantautrice californiana, scoperta e inizialmente coccolata da David Tibet. Dopo gli apprezzati "Blood/Lines" e "They Moved In Shadow All Together" con "Immanent Fire" giunge al sesto disco ufficiale. Melodie suadenti e fortemente evocative, una vena creativa in piena crescita che sancisce il totale distacco dal cliché - ormai decisamente riduttivo - di "più credibile erede di Cat Power".
"Washed Away" is about how we are severed from our natural world, how pervasive communication through technology dominates so much our lives. This song speaks to the creative importance of spending time in nature and how it must be seen and valued. It’s a relationship. I feel this disconnect is directly linked to the climate crisis and ongoing destruction of the planet, Emily Jane White
Altri video: Frozen Garden (dal precedente disco They Moved In Shadow All Together)
"folk solenne e cupo, elegantemente adagiato su pianoforti, percussioni e arrangiamenti d'archi, un pò Nyman e un pò Dead Can Dance, suoni cuciti su misura in grado di valorizzarne la splendida voce e le suggestive soluzioni armoniche, finalmente in grado di farle fare un balzo in avanti. Ora tocca al pubblico accorgersene" A. Besselva Averame, Rumore
"La voce di Emily, piena e in primo piano, semina per le strofe blues, rock e qualche volo pindarico d'ugola. Pensate a una DIamanda Galas pop... a tratti la parentele con Polly J Harvey si fa un pelo stretta, ma ci può stare. Modelli a parte, 'Blood / Lines' rimane un lavoro convincente, rotondo e coerente nell'umore, possibile punto di partenza per meraviglie a venire. Chi fosse già rapito dalle Scure Signore citate... può tranquillamente accomodarsi. Non resterà deluso" M. Sideri, Blow Up
http://www.indie-eye.it/recensore/ienews/emily-jane-white-bloodlines.html
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LIVE:
31/01/20 Savona @ Raindogs
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ultimo aggiornamento: 12/06/2020 10:31:32
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A gennaio 2019 è uscito Temporal, quinto disco solista di Julia Kent, e secondo sull'etichetta inglese Leaf (dopo il teso e dissonante Asperities) Temporal è una meditazione in musica sulla natura fragile e transitoria dell'esistenza. In esso linee malinconiche di violoncello si adagiano su ritmi metronomici, evocando lo scorrere del tempo e le emozioni che ciò suscita. "Gran parte della musica di Temporal è stata scritta per opere di teatro e danza, traendo ispirazione da testi o coreografie a cui reagiva" spiega Julia. "Ma i brani sembravano venire tutti fuori dal medesimo mondo emotivo ed è stato naturale assemblarli in un album". "Quando mi esibisco dal vivo con la danza o il teatro, sento la forte consapevolezza della fragilità del nostro mondo fisico. Danzatori e attori, chiunque abbia come strumento il proprio corpo, non ha nulla con cui proteggersi dalle leggi della gravità e del tempo. Sono molto forti eppure esposti e soggetti a quei limiti in un modo ancora più radicale di altri, per via della corporalità del loro lavoro. Sul palco io ho uno strumento che media per me, loro invece sono nudi. Quando lavoro con i danzatori, in particolare, mi sento come se ci fosse un incredibile flusso di energia nell'aria. Loro possono creare una sorta di sistema atmosferico sul palco" Temporal manifesta la sua relazione col mondo fisico tramite suoni organici e più umani. Le manipolazioni elettroniche sono più sottili, con Julia che ha campionato voci da varie produzioni teatrali e le ha processate in trame sonore irriconoscibil, come fantasmi dalla matrice materiale.
Ecco il bellissimo video di " Imbalance", realizzato dall'artista Gregory Euclide (già all'opera per Bon Iver e Lubomyr Melnyk)
SuTemporal: disco del mese di "contemporary music" per The Guardian “Gorgeous record” Tom Ravenscroft, BBC 6 Music “Music for abandoned airports” 8/10, Uncut https://www.textura.org/pages/downloads.htm https://www.mojo4music.com/articles/the-24th-mojo-playlist-of-2018 https://sonofmarketing.com/2018/12/17/video-julia-kent-imbalance/ http://castthedice.org/?p=14308
Il disco precedente, "Asperities", risale invece a ottobre 2015 ed affrontava il tema del conflitto: interiore, personale, globale, su temi universali quali il senso di colpa, la paura, la minaccia della violenza. Pur avendo una forte componente cinematica, non c'è nulla nelle sue tracce che evochi un happy ending hollywoodiano: è musica attraversata da tensione e oscurità. Registrato e mixato dalla Kent nel suo studio di New York, e centrato su loop e strati di violoncello, su elettronica e suoni trovati, trasmette un senso di isolamento che è tanto più forte in un mondo sempre più interconnesso e iperconnesso quale il nostro.
BIO Julia Kent è nata a Vancouver, in Canada, e vive a New York. Compone facendo uso di violoncello, loops, suoni ambientali e tessiture elettroniche. La sua impronta musicale è stata descritta come “cinematica e impressionista”, “organica e forte”, e “impegnata e spiccatamente personale". Dopo esperienze importanti e formative in band come Rasputina e Antony and the Johnsons, Julia Kent ha intensificato negli ultimi anni l'attività solista arrivando a realizzare ben quattro album e un ep. Delay (Important, 2007) era ispirato dalla riflessione sul disorientamento legato al senso del viaggio, Green and Grey (Tin Angels, 2011) evocava musicalmente il rapporto tra processi organici e tecnologia, mentre Character (il primo per la prestigiosa label inglese Leaf, uscito a marzo 2013) era un'esplorazione all'interno del sé, un viaggio nella propria geografia interiore. La musica della Kent è stata utilizzata nelle colonne sonore di diversi film (un suo brano figura in "This must be the place" di Paolo Sorrentino) e come accompagnamento di performance teatrali e di danza (Ballet Manheim e Balletto Civile); ha suonato in Europa e Nord America, esibendosi durante festival come il Primavera Sound a Barcellona, il Donau Festival in Austria e l'Unsound Festival a New York.
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LIVE:
Julia Kent solo
TOUR RINVIATO A DATA DA DESTINARSI 15/05/20 Firenze @ Sala Vanni, Tradizione In Movimento RINVIATO per decreto coronavirus
16/05/20 Salerno @ Piccolo Teatro Porta Catena RINVIATO per decreto coronavirus
13/03/20 Firenze @ Sala Vanni, "Tradizione In Movimento" RINVIATO per decreto coronavirus
14/03/20 Salerno @ Chiesa Teatro Portacatena RINVIATO per decreto coronavirus
23/01/20 Catania, Zo, "Partiture" 24/01/20 Cornuda (Tv) @ Tipoteca Italiana
19/07/19 Milano @ Germi 20/07/19 Collestatte (Tr) 23/07/19 Assisi (Pg) @ Universo Assisi 23/05/19 Vicenza @ Festival Biblico c/o dAbar - Corte dei Bissari 24/05/19 Pisa @ Caracol 26/05/19 Corridonia (Mc) @ Klang 27/05/19 Scauri (Lt) @ Mary Rock 28/05/19 Roma @ Spin Time Labs
05/11/18 Torino @ C2C 09/06/18 Belluno @ Hangar 14/04/17 Bassano del Grappa (Vi) @ Piazza di Brenta 19/04/17 Terracina (Lt) @ "Tracce" 20/04/17 Civitanova Marche (Mc) @ Galleria Cento Fiorini 25/05/17 Pistoia, BRUMA Vol.II ,Chiesa di San Michele in Cioncio 26/05/17 San Gemini (Tr), Tempio San Giovanni Battista, Degustazioni Musicali 27/05/17 Napoli, Chiesa di S. Maria della Misericordia 30/05/17 Roma @ Angelo Mai (w/ Roseluxx) 03/06/17 Este (Pd) @ Festival delle Basse 24/06/17 Milano @ Terraforma
26/01/16 Milano @ Sacrestia 30/01/16 Reggio Emiilia @ Red Noise 11/03/16 Udine @ Visionario 12/03/16 Cagli (PU) @ Teatro (w/ Paolo Spaccamonti) 15/04/16 Ascoli Piceno @ APP 02/07/16 Montecchio (RE) 07/07/16 San Gimignano (SI) @ Orizzonti Verticali 23/09/16 Parma @ Cubo / Verdi Off
29/09/15 Catania @ Efestiade 09/10/15 Foligno (Pg) @ Spazio Zut / World Umbria Fest (con Alessandro "Asso" Stefana) 14/11/15 Roma @ Circuiterie / Nuovo Cinema Palazzo 19/07/15 Topolò @ Stazione Topolò 28/07/15 San Gemini (Tr) @ Degustazioni Musicali 31/07/15 Carpi (Mo), con Alessandro Asso Stefana 07/02/15 Cerea (Vr) @ Teatro Aperto di Asparetto (con Alessandro 'Asso' Stefana) 20/02/15 Schio (Vi) @ Chiesa S.Francesco (con Alessandro 'Asso' Stefana) 21/02/15 Rimini @ Primo Piano (con Alessandro 'Asso' Stefana)
20/06/14 Cesena @ Itinerario Festival 21/06/14 Isola Maggiore (Lago Trasimeno) @ Music for Sunset - CANCELLATO 22/06/14 Sant'Andrea di Suasa (PU) @ Ville e Castella 29/07/14 Terracina (Lt) @ Tracce 0/07/14 Avellino @ Oltre il Giardino 02/08/14 Offagna (An) @ New Evo 06/09/14 Riccione @ Premio Ilaria Alpi
14/11/13 Ferrara @ Zuni, "Collateral" (con Teho Teardo)
15/11/13 Schio (Vi) @ Chiesa S. Francesco
16/11/13 Monza @ Teatrino di Corte della Villa Reale ("Lampi") 21/03/13 Catania @ Palazzo Biscari 19/04/13 Vittoria (Rg) @ Teatro Comunale 20/04/13 Schio (Vi) @ CSC 21/04/13 Verona @ Chiesa di Santa Maria in Chiavica 25/04/13 Venezia @ Torre di Porta Nuova (Arsenale) 27/04/13 Pistoia @ Teatro Il Moderno 07/02/13 La Spezia @ B-Tomic 17/02/13 Soragna (Pr) @ Nuovo Teatro di Soragna, ore 18
17/11/12 Parma @ Teatro Due 18/11/12 Marostica (Vi) @ Panic Jazz Club 08/08/12 Catania @ Teatro Greco Romano "Efestiade 2012" 16/09/11 Roma @ Init (w/ Lloyd Turner)
17/09/11 Napoli @ Riot Studio (w/ Parallel 41)
13/10/11 Pisa @ Caracol
Julia Kent con Balletto Teatro di Torino 18/01/20 Collegno (To) @ Lavanderia a Vapore
Sonorizzazione di Vampyr (Th. Dreyer) con Paolo Spaccamonti e Ramon Moro 01/02/20 Trento @ Teatro Sanbàpolis, "Transiti" 02/02/20 Milano @ Santeria
Sonorizzazione di "C'era una volta", con Paolo Spaccamonti e Stefano Pilia 08/09/17 Massa Carrara 22/01/16 Torino @ Cinema Massimo 23/01/16 Perugia @ PostModernissimo 24/01/16 Viterbo @ Bancovolta 17/07/16 Torino @ Palazzo Reale
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:17:35
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Nato a Tijuana, Mexico, nel 1970, Fernando Corona in arte Murcof è uno dei nomi di punta della scena elettronica mondiale. Ha all’attivo quattro LP solisti (pubblicati da Leaf) con i quali si è gradualmente spostato dall’orizzonte più strettamente digitale verso sentieri più innovativi e sorprendenti in cui recepisce gli influssi del minimalismo, della classica contemporanea europea e della kosmische musik tedesca e perviene a un suono monumentale, monolitico e visionario, ormai immediatamente riconoscibile come il suo suono. Martes (2002), Utopia (2004), Remembranza (2005) e Cosmos (2007) sono i tasselli di un progetto che vede il titolo di ogni disco recare le iniziali del suo nome e del quale si attende ormai spasmodicamente la prossima tappa (Oceano). Del 2008 è The Versailles Sessions, un lavoro eccentrico nella produzione di Corona, testimonianza di una peculiare esperienza musicale che nell'estate del 2007 lo ha visto impegnato nella creazione di un accompagnamento sonoro per "Le Grandes Eaux Nocturnes", festival di luci, acqua e suoni che si svolge annualmente a Versailles. Del valore e dell’originalità dell’arte di Murcof sono prova anche le tante collaborazioni (come quella, recente, con la pianista classica Vanessa Wagner, che ha dato alla luce due lavori discografici per i tipi di Infiné e i prestigiosi eventi a cui è stato invitato, facendo lievitare negli anni la sua reputazione internazionale: i concerti presso il Peter Harrison Planetarium di Greenwich, le due esibizioni con l'ensemble Mousique Nouvelles di Jean-Paul Dessy nelle cattedrali di Bourges e Bruxelles, il Montreaux Jazz Festival (in collaborazione con Talvin Singh e il trombettista Erik Truffaz, col quale ha anche pubblicato su Blue Note Mexico), il Geode IMAX a Parigi, la colonna sonora live per Metropolis di Fritz Lang alla Cinematheque di Parigi, il Sonar Festival di Barcellona con il pianista Francesco Tristano. Da ricordare anche le sue presenza al Bios, al Mutek. le numerose apparizioni in Italia: all’Auditorium di Roma, al Ravenna Festival insieme al collettivo AntiVj, al festival MiTo. Murcof ha anche sperimentato proficue collaborazioni col mondo della danza e dell’arte visiva. e composto la colonna sonora di alcuni film (tra cui “Nicotina” e “La Sangre Iluminada”) e recentemente quella per la serie tv "Il Miracolo", diretta da Niccolò Ammaniti.
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LIVE:
13/01/20 Milano @ Auditorium San Fedele
29/09/19 Roma, Sala Petrassi, Auditorium Parco della Musica @ Roma Europa Festival (performing "Statea" with Vanessa Wagner) 27/07/19 Lago di Como @ Lake Como Film Festival (Life Observing Life performing "Etna: A Portrait") 31/01/19 Catania @ Zo (performing "Lost in Time") 11/10/18 Modena (performing "Lost in Time", italian premiere) 27/10/18 Pisa (performing Metropolis soundtrack)
05/11/16 Bari @ Cinema Teatro Royal, TIme Zones Festival, Life Observing Life performing "Etna: A Portrait" 19/05/16 Rovereto (Tn) @ Auditorium Melotti (performing Metropolis soundtrack, italian premiere)
15/07/15 Catania @ Castello Ursino nel progetto speciale "Etna: A Portrait" (con visuals di Manu Ros) 28/08/15 Torino @ TOdays Festival, Museo Ettore Fico, feat. Ozmotic
03/01/14 Roma @ Lanificio, "Dance Out" 01/06/13 Modena @ Teatro Storchi, Node Festival (with Simon Geilfus of AntiVj) 20/04/13 Firenze @ Museo Marino Marini - "international Feel" 12/10/12 Valeggio sul Mincio (Vr) @ Teatro Smeraldo 25/07/12 Napoli @ Maschio Angioino - Retronuevo V ("Estate a Napoli") feat. Giovanni Giugliano (Teatro San Carlo) 21/04/12 Salerno @ Linea d'Ombra Festival "Versailles Sessions" (con visuals di Saul Saguatti) 10/09/11 Milano @ Mito "Versailles Sessions" (+ visuals di Saul Saguatti)
11/09/11 Bassano del Grappa (Vi) @ Castello degli Ezzelini - Stile Libero Festival: "Versailles Sessions" (con Saul Saguatti) 30/09/11 Torino @ Teatro Carignano - "Torino Spiritualità" ("Alla
fine di un
nuovo giorno", con Michele di Mauro, in coll. con Circolo dei Lettori) 19/11/11 Carpi (Mo) @ CTRL C festival, Teatro Comunale (w/ Peter Broderick, A Classic Education)
25/06/11 Malga Costa, Val di Sella (Tn) @
Artesella ("Alla
fine di un nuovo giorno", con Michele di Mauro)17/03/11 Venezia @ Teatro Fondamenta Nuove (+ visuals di Saul
Saguatti www.basmati.it)18/03/11
Ravenna @ Teatro Rasi - Transmissions (+ visuals di Saul Saguatti)16/01/10 Roma @ Brancaleone 11/04/10 Roma @ Auditorium - Meet in Town 15/04/10 Roma @ Teatro Palladium 19/06/10 Montella (Av) @ Convento di S. Francesco a Folloni "Sentieri Barocchi" (performing The Versailles Sessions) 27/06/10 Mantova @ Palazzo Te "Eterotopie" 30/06/10 Ravenna @ Rocca Brancaleone "Ravenna Festival" (with AntiVj) 20/11/10 Bari @ Teatro Kuursal, con "PAINT" di Saul Saguatti)
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ultimo aggiornamento: 10/09/2020 10:52:01
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"Mother" (Bella Union) è il terzo disco di questo duo stellare, composto dal liutista cretese George Xylouris (figlio del leggendario cantante e suonatore di lira Psarandonis) e dall'australiano Jim White, pirotecnico batterista dei Dirty Thtree (anche con Cat Power, Bill Callahan/Smog, Pj Harvey, Bonnie Prince Billy) e autore di un avant folk nomade e caleidoscopico, frustato dal vento, intriso della forza degli elementi e innervato da una tradizione in costante movimento. Benché l'album sia già notevole, è dal vivo che il duo dà il meglio di sé, lanciandosi in avventurose e coinvolgenti session dove talento e ispirazioni si mettono al servizio di pancia e cuore.
Il video di " Only Love" primo singolo estratto dall'album
"Black Peak" (il secondo disco) uscito sempre su Bella Union e prodotto da Guy Picciotto (Fugazi) Darwish Two (scelto da Nick Cave per una compilation su Mojo)
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LIVE:
09/07/19 Faenza (Ra) @ Museo Carlo Zauli, Strade Blu Festiva
11/04/19 Trieste 12/04/19 Schio (Vi) @ CSC 13/04/19 Roma @ Angelo Mai (w/ Ardecore)
14/07/27 Cotignola (Ra) @ Arena delle balle di paglia16/07/17 Reggio Emilia @ Musei Civici / Sound Museum 2 (a cura di Red noise) 23/08/17 Calitri (Av), Sponz Fest 2017 (concerto all'alba) 03/09/17 Sterpo di Bertiolo: (Ud) @ Villa Colloredo Venier, Musica in Villa 06/09/17 San Sperata (Ca), Arte x arTE, incontro/intervista con i musicisti 07/09/17 Cagliari EXMA 09/09/17 Palau (Or) @ "Isole Che Parlano"Festival
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ultimo aggiornamento: 05/09/2019 17:24:31
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[Usa / Kranky]
Inizialmente parallelo al percorso della band d'origine, Pan•American è il progetto solista di Mark Nelson, mente, chitarra e voce dei seminali Labradford. Nato nel 1997 e improntato alla ricerca di una nuova commistione tra ambient, dub e minimalismo, il percorso di Nelson ha gradualmente deviato verso placidi territori ambient-acustici di stampo cinematico, finendo per far assumere a Pan American, con le sue accuratissime elaborazioni sonore, il ruolo di ideale continuazione dell'esperienza dei Labradford. Una delle colonne portanti del suono Kranky e più in generale del post-rock ambientale. Le sue esibizioni dal vivo sono rare e preziose. Nel tour di aprile 2020 presenterà i brani del nuovo disco " A Son", in uscita l'8 novembre 2019 su Kranky "Tra post rock e minimal techno, un "cantautore" originalissimo, riservato e lontano dal mondo e dai trend" (Blow Up)http://www.ondarock.it/elettronica/panamerican.htmDiscografiaPan American (Kranky, 1998) 360 Business / 360 Bypass (Kranky, 2000) The River Made No Sound (Kranky, 2002) Quiet City (Kranky, 2004) For Waiting, For Chasing (Mosz, 2006) White Bird Release (Kranky, 2009) Cloud Room, Glass Room (Kranky, 2013) A Son (Kranky, 2019)
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LIVE:
TOUR ANNULLATO CAUSA CORONAVIRUS. NUOVE DATE IN LAVORAZIONE A MARZO 2021 24/04/20 Firenze @ Sala Vanni, "Tradizione in Movimento"
25/04/20 Napoli @ Retronuevo / Wakeupandream
26/04/20 Ravenna @ Bronson
30/04/20 Catania @ Zò, "Partiture"
16/11/18 Milano, Fondazione Feltrinelli 17/11/18 Riccione (RN), Spazio Tondelli 18/11/18 Roma. Monk 20/11/18 Perugia, Teatro di Figura (w/ Carla Bozulich)
16/03/12 Ravenna @ Teatro Almagià, Transmissions Festival17/03/12 Napoli @ Riot Studio, "A Casa" 22/03/12 Roma @ Chiesa Evangelica Metodista, C(h)orde
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:17:20
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Ogni tanto ricompare, come dalle ombre di un lungo viaggio. Alessandro "Asso" Stefana estrae dalla fondina... la chitarra e porta in scena la musica che ha pubblicato finora, aggiungendovi sempre qualcosa di nuovo. Le sue rare apparizioni live come solista rendono ghiotta l'occasione per incontrarlo dal vivo. I concerti dei prossimi mesi saranno ancor più suggestivi: oltre ai brani di "Poste e Telegrafi" (Important Records), completamente destrutturati e ridotti alla forma più essenziale, verranno presentate alcune composizioni inedite, destinate al nuovo disco di prossima pubblicazione. Blues lisergico, psichedelia folk e ballate desertiche sono le coordinate principali di una serata in cui la musica sarà in continuo movimento e in dialogo con le immagini. Alle sue spalle, infatti, a sbobinare chilometri di vecchie pellicole 8mm, come binari di un viaggio visionario, ci sarà il fantasma di Francesco Arcuri, eclettico artista audiovisivo. Lo spettatore dovrà solo lasciarsi andare e dimenticarsi del tempo, come catapultato in una seduta sciamanica.
ALESSANDRO "ASSO" STEFANA | chitarra elettrica & acustica / lap steel ed elettronica Chitarrista, polistrumentista, compositore e produttore italiano, Alessandro "Asso" Stefana suona in pianta stabile con PJ Harvey, Mike Patton, Vinicio Capossela ed è membro fondatore dei Guano Padano. Musicista dalle mille sfumature ha collaborato con Marc Ribot, Joey Burns (Calexico), Alessandro Alessandroni, John Parish, Leo Abrahams, Marco Parente, Bobby Solo, Cabo San Roque e molti altri.
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Comunicato "Poste e Telegrafi" Quattro anni fa, tra un impegno e l’'altro con Capossela e quando Guano Padano era poco meno di un progetto, Alessandro “Asso”
Stefana - già all’'epoca (giovanissimo) considerato da tutti uno dei
migliori chitarristi italiani in circolazione - mette insieme una
manciata di straordinari brani strumentali: desertiche suite ambientali e
country/blues dylaniati e destrutturati, visionarie soundtracks
morriconiane e infuocate sessions chitarristiche, una delle quali in
combutta con mr. Marc Ribot (che avrebbe poi recuperato/riarrangiato il
pezzo mettendolo in un suo successivo disco). In omaggio al suo mestiere
di allora (faceva il postino) Asso titola la raccolta “Poste e Telegrafi”.
Un titolo che, inconsapevole, sembra alludere alla capacità di questi
brani di arrivare, veloci come un telegramma, dall’'altra parte
dell’'oceano e di trasmettere con immediatezza il messaggio contenuto:
grande musica e ancor più grande talento. Ed è infatti proprio
un’'etichetta americana, l’ottima Important Records (Acid Mothers
Temple, Nurse With Wound, Cluster, Merzbow, XXL, Larsen, Kid 606) ad
invaghirsi di “Poste e Telegrafi” e a farlo uscire
ufficialmente in tutto il mondo. Ricevendo pareri lusinghieri da parte
di prestigiosissime testate (vedere sotto). E vendendone anche parecchie
copie. Oggi “Asso” sta pensando di ripubblicarlo in vinile
(con l’'aggiunta di qualche bonus track) sulla personale etichetta
Tremoloa. Ma soprattutto, vuole dare una veste live a questi brani,
supportato anche dal successo e dai consensi riscossi nelle sporadiche
date soliste di questi anni. Sul palco sarò “solo” per modo di dire,
munito in realtà di un nutrito armamentario: chitarre d’ogni tipo
(acustica, elettrica, lapsteel) di armonica, omnichord, drum machine e
altri aggeggi elettronici. "I più avveduti ricorderanno "Asso" Stefana come iniziatore dei Lumière Electrique, duo bresciano d'inizio millennio capace di sviare dai facil(on)i accostamenti postrock; per il grosso del pubblico è il chitarrista "di" Capossela e Marco Parente, presente alle percussioni di un debutto solista che vede Stefana firmare per una prestigiosa indie statunitense, e mostrare qualità non certo indifferenti anche nella composizione: siamo dalle parti rarefatte e naturali delle stazioni di posta nel vecchio West, col cambio di cavalli e le notti all'addiaccio. Atmosfere che ricordano Vincent Gallo, Ronin o gli Airportman, completamente strumentali su cui si affacciano ospiti di rilievo: Marc Ribot dà corpo alla concitata "Poste E Telegrafi Blues", Vincenzo Vasi suona il basso nell'ambientale "Western Soda", Leo Abrahams (già con Eno) alla laptop guitar in "Fiori Campionati", mentre è per intero ascrivibile al suo autore "Semi Tostati di Cielo", che mantiene quanto postula nel titolo. Un finale lievemente narcolettico non scalfisce la bellezza di un disco certo difficile, per certo altrettanto profumato" [7/8] BLOW UP - aprile 2007 http://pitchfork.com/reviews/albums/10245-poste-y-telegrafi/ Italian
guitarist Alessandro "Asso" Stefana has gall. For his solo debut, Poste
e Telegrafi, Stefana treats his guitar like a quarter-piece of the
puzzle. He collaborates with six people and avoids the guitar altogether
on two of these seven tracks. He alternately employs the 1980s
electronics artifact the omnichord, a "strings machine," various African
percussion instruments, and vinyl loops to build intricate, subtly
shaped substrates for his meticulous, twang-redolent guitar fantasies.
Largely because it avoids the solo guitar record template, Poste e
Telegrafi is one of the most striking works you'll hear from a young
composer all year. His guitar playing is graceful and dexterous, his
fluid phrases are precise without feeling stiff. The cast here includes
guitar maverick Marc Ribot, Italian songwriter Marco Parente, and Brian
Eno/Nick Cave collaborator Leo Abrahams. The ends of Stafana's phrases,
though, are about not perfecting the right note, but, instead, letting
the assumed resolution arrive slightly altered. The climax, to wit, is
one lonesome pedal steel note pushed through a web of effects. It sounds
more like Glenn Branca conducting 100 guitars than one being built into
something else entirely, like a cathedral carved from a single stone.
These are rare talents for someone so young, and, given Poste e
Telegrafi, Stefana sounds as if he'll be wielding them among the
heavyweights for a long time to come. Rating: 7.8
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LIVE:
09/07/20 Milano @ Volvo Studio
09/10/15 Foligno (Pg) @ Spazio Zut, Umbria World Fest, con Julia Kent 31/07/15 Carpi (Mo) con Julia Kent 07/02/15 Cerea (Vr) @ Teatro Aperto di Asparetto (con Julia Kent) 20/02/15 Schio (Vi) @ Chiesa S.Francesco (con Julia Kent) 21/02/15 Rimini @ Primo Piano (con Julia Kent)
18/05/14 Reggio Emilia @ Dinamo 20/06/14 Cesena @ Itinerario Festival 22/02/14 Rimini @ Neon 23/02/14 Cremona @ Osteria del Fico
07/03/12 Padova @ La Mela di Newton 15/04/11 Castiglion del Lago (Pg) @ Cafè 909
16/04/11 Sansepolcro (Ar) @ Kilowatt Spring (+ Vincenzo Vasi)24/01/11 Prato @ Capanno Black Out25/01/11 Perugia @ Loop26/01/11 Senigallia (An) @ Gratis28/01/11 San Benedetto del Tronto (Ap) @ Pao03/02/11 Montichiari (Bs) @ Galéter04/02/11 Mogliano Veneto (Tv) @ Filanda Motta
24/03/11 Torino @ Blah Blah
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:16:36
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[Specula Records]
Qualcosa che non vi aspettereste proprio: la cover di “Hey Hey My My” di Neil Young firmata da Teho Teardo e Blixa Bargeld, il duo più oscuro della musica contemporanea, incessantemente dedito a tracciare nuove rotte per l’anima musicale europea.
Si apre proprio con questo monolite rock del celebre musicista canadese il nuovo EP dei 2 artisti, disponibile da oggi, 31 marzo, nelle piattaforme digitali e nei migliori negozi di dischi in vinile per l’etichetta Specula Records.
A 2 anni dal precedente EP “Spring”, “Fall” segue il lungo tour dell’ultimo, celebrato album “Nerissimo” che ha portato Teardo e Bargeld a suonare in tutta Europa, Cina e Giappone ed anticipa una nuova serie di concerti. “Fall” esce proprio alla fine dell’inverno e raccoglie quanto realizzato in questi mesi tra Roma e Berlino.
In questa versione di “Hey Hey My My”, emergono le distorsioni, Blixa si impadronisce del rullante, la sega musicale diventa una bacchetta magica che veste la canzone di un abito misterioso e, in un crescendo di archi, clarino basso e chitarra baritona, si celebra la scomposizione di una delle canzoni più significative del passato, per rinvenire quella scrittura nell’Europa dei giorni nostri. Perché “una cover si esegue per liberarsi di una canzone che ci perseguita da anni, lo si fa dopo aver trovato se stessi nelle profondità di qualcosa scritto da altri” spiega Teardo.
Oltre al classico di Neil Young l’EP contiene altri tre brani inediti: “Ziegenfisch”, “Testosteron Sklaven” e “Bianchissimo”.
“Fall” è una vera wunderkammern sonora in cui (ri)scoprire l’attualità di quelle forme primarie, di quei tratti fondanti della cultura europea cari a Teho e Blixa, compresi gli accenni dada del testo di “Bianchissimo” (“Ho superato la membrana/Dò via lino bianco pulito a tutte le anime del Purgatorio/Ho un negozio di biancheria che si chiama Bianchissimo”), un brano ipnotico e teatrale il cui titolo è un evidente divertissement che richiama, per contrasto, il titolo dell’ultimo LP. “Bianchissimo” è una canzone creata impiegando tutte le tracce registrate per la canzone “Nerissimo” e che non sono state utilizzate nel mix finale.
Ai 2 maestri di cerimonia, nel disco si affiancano David Coulter alla sega musicale, Gabriele Coen al clarino basso e tutta la sezione di archi con Vanessa Cremaschi ed Elena De Stabile al violino, Ambra Michelangeli e Stefano Azzolina alla viola, Laura Bisceglia e Giovanna Famulari al violoncello. Dopo aver presentato in anteprima assoluta il nuovo EP “Fall” al Palais de Tokyo a Parigi, il duo riprenderà a suonare in Italia nei prossimi mesi ed eseguirà, oltre ai pezzi del nuovo EP, un lungo brano finora inedito. Nella line up del tour ci saranno Laura Bisceglia al violoncello, Gabriele Coen al clarino basso ed un quartetto d’archi.
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LIVE:
04/05/18 Bergamo @ Druso 05/05/18 Udine @ Teatro Palamostre 06/05/18 Torino @ Hiroshima Mon Amour
04/08/17 Pesaro @ Villa'n'Roll Festival 18/05/17 Bologna @ Locomotiv Club19/05/17 Trieste @ Teatro Miela
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APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 12/09/2018 14:52:41
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Violinista, backing vocalist e co-autrice della cult-band Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra, co-fondatrice di Black Ox Orkestar, Jessica Moss è una figura centrale della scena musicale underground di Montreal: vanta importanti collaborazioni con Carla Bozulich/Evangelista, con il compianto Vic Chesnutt e più di recente con Jem Cohen e Guy Picciotto (Fugazi) nel progetto Gravity Hill (in combutta con Jim White e George Xylouris). Da qualche anno Jessica ha inoltre intrapreso un'interessante strada solista. Dopo i notevoli riscontri del disco d'esordio, "Pools of Light" (2017), esce ad ottobre 2018 il suo secondo lavoro: si intitola "Entanglement", lo ha prodotto Radwan Ghazi Moumneh (Jerusalem in My Heart) e a pubblicarlo non poteva che essere la Constellation Records, etichetta/collettivo/laboratorio artistico di cui la Moss e molti dei nomi sopra citati fanno parte da lungo tempo. Nei suoi live in solo (per violino, effetti, pedali e voce) Jessica Moss si inserisce nel solco dello storytelling, evitando però forme e strutture tradizionali in favore di pièce di lunga durata, dai movimenti ampi e graduali e di grande intensità emotiva. It's all for love.
Dicono di lei:
WIRE - "There is a fine line between the contemporary and the ancient in the fusion here of capitalist horror with klezmer traditions: both are tragic, mournful, wistful approaches and, on occasion, revolutionary, or at least resistant...This is a deep but balanced record, elegant in its melancholia and experimental...a multi-layered post-devastation elegy for a broken humanity."
UNCUT - "Moss works a far more thoughtful, nuanced seam...The four parts of "Entire Populations" on Pools Of Light her second solo release...build from klezmer-influenced melodic turns through accreting vocal chants, shuddering tremolo and bedridden drones; "Glaciers" is mournfully slow."
“Rejoice as another member Thee Silver Mt. Zion releases a solo record in the spirit of terror and joy. This is one intense record.” – Norman 9/10
“A powerful solo effort…visceral and sometimes raw…in her hands, the violin becomes a bountiful source of adventurous possibilities. Though she's clearly proven herself to be an invaluable team member in other projects, Pools Of Light makes the strongest of all possible cases for Moss's credibility as a solo artist." – Textura
“A despairing but cathartic experience…ambitious, expansive and dynamic. After receiving her musical gifts in the context of collaborative projects for so long, listeners should jump on this opportunity to hear her solo work.” – Exclaim 8/10
"Nothing mattered as she opened things up, drew the curtain back and revealed the stars arranged against the black of infinite space. She was using loops, pedals, effects, she was entirely blowing me away (...) Needless to say, it wasn't long before the audience had doubled, and was pressed up to the stage, rapt. Jessica Moss solo is a force of nature. (Vince Tinguely, CKUT)
Website: jessicamoss.net
FB: https://www.facebook.com/jessicamossmusic/
IG: https://www.instagram.com/missjessicamoss/
Bandcamp https://jessicamoss.bandcamp.com/
Video:
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LIVE:
09/11/18 Milano @ Fondazione Feltrinelli, "A Dictionary of Sound" (w/ Eric Chenaux) 10/11/18 Padova @ Nadir 11/11/18 Avellino @ Godot 22-23/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival
04/05/18 Foligno (Pg) @ Spazio Zut 05/05/18 Montecarotto (An) @ Teatro Comunale, "Klang" (double bill con Massimo Pupillo & Stefano Pilia in "Dark Night Mother" ◉ ╋ ◑ ) 06/05/18 Bologna @ Atelier Sì (double bill con Massimo Pupillo & Stefano Pilia in "Dark Night Mother" ◉ ╋ ◑ ) 07/05/18 Firenze @ Fabbrica Europa (double bill con Massimo Pupillo & Stefano Pilia in "Dark Night Mother" ◉ ╋ ◑ ) 25/9/17 Perugia @ Auditorium Marianum, Degustazioni Musicali 26/9/17 Roma @ Fanfulla 27/9/17 Napoli @ Riot Studio 28/9/17 Genova @ Altrove - Teatro della Maddalena 29/9/17 Bologna @ Nero Factory 30/9/17 Udine @ Cas'Aupa
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 08/01/2019 19:09:01
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Compositore e polistrumentista francese, costruisce macchine sonore, veri e propri automi musicali, con pezzi del meccano, ingranaggi, motori di vecchi giradischi e oggetti di varia natura in grado di rievocare il suono di strumenti tradizionali come il liuto cinese, il bendir marocchino, il saron giavanese, il koto giapponese e il sansa africano. Definito dal Guardian «mad musical scientist», dagli anni Ottanta a oggi Bastien ha dato corpo a una sorta di orchestra dada con cui ha reinterpretato in chiave fantastica la tradizione concreta e che lo ha portato a collaborare con artisti del calibro di – tra gli altri – Pascal Comelade, Robert Wyatt e Pierrick Sorin. Le performance di Bastien acquisiscono una dimensione ancora più ipnotica e onirica grazie alle frasi di tromba che il compositore esegue dal vivo sui pattern ritmici innescati dalle sue creazioni meccaniche e alle immagini di queste proiettate sullo schermo, in un suggestivo gioco di ombre cinesi. Con una discografia che conta più di venti uscite per label tra le quali la Rephlex di Aphex Twin e la Morphine di Rabih Beaini, l’ultimo album pubblicato da Pierre Bastien è il recente Tinkle Twang 'n Tootle (Marionette, 2019), annunciato con un'intervista su The Wire di agosto
"Pierre Bastien uses several tiny cameras to project his Meccano-driven
contraptions onto a large screen. Although we can see little wheels
depressing organ keys, on the screen it seems we are in some giant
factory, where machines of unguessable size perform cumbersome
operations to pluck at hawsers or vibrate great flapping sheets - in
reality rubber bands and strips of paper. Bastien's non-synched looping
machines naturally have non-human quality, like an off-kilter African
drum ensemble, and this strangeness is further magnified by his
carefully layered visual projections. Over the top he plays pocket
trumpet phrases drawn from the earliest days of jazz, as if King Oliver
is muttering in his ear. But the trumpet is often masked: somehow it
plays a baseline like a tuba, or else the mute is jammed into a beaker
of bubbling water. On the screen the monochrome Fritz Lang world of
relentless Meccano is invaded by a beautiful fountain of blue bubbles.
Like a blend of Philip Jeck's heartbreaking turntables and Max Eastley's
lost-in-space musical sculptures, Bastien has created an elegant
display of genuine musical surrealism. He has been refining his approach
for over two decades - ten years ago Aphex Twin released Mecanoid on
his Rephlex label, and this show made it clear why Richard D James was
so mesmerized. Bastien wound down his mechanical mysteries after 45
minutes, but I could have happily watched for hours." Clive Bell, The
Wire - Dec. 2010
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LIVE:
14/02/20 Firenze @ Sala Vanni, "Tradizione in movimento" 15/02/20 Rovereto (Tn) @ Auditorium Melotti, "Musica Macchina"
12/11/18 Milano @ Auditorium San Fedele 25/05/18 Torino @ Jazz Is Dead 01/03/18 Genova @ Teatro Altrove 02/03/18 Mantova @ Cinema del Carbone 03/03/18 Catania @ Zo 18/11/17 Parma @ Barezzi Festival 19/11/17 Cotignola (Ra) @ Teatro Binario 13/05/17 Ascoli Piceno @ Ridotto del Teatro Ventidio Basso APP Ascoli Piceno Present 2017
23/10/15 Bologna @ Mast 27/10/15 Perugia @ PostModernissimo 06/11/15 Bari @ Time Zones 07/11/15 Napoli @ Riot Studio 30/04/15 Firenze @ Cortile di Palazzo Strozzi, Notte Bianca Firenze 201523/05/15 Padova @ Cinema Excelsior, "Innesti Urbani" 26/07/15 Brescia @ Musical Zoo
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:17:02
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Dopo aver realizzato ben due album nel 2015 (“If We Die, If If If If If If” e l’omonima collaborazione con i Suuns) i Jerusalem In My Heart sono tornati nel 2018 con il loro terzo album, “Daqa’iq Tudaiq”.
Il disco, pubblicato il 5 ottobre via Constellations Records, è stato anticipato dal singolo “Thahab, Mish Roujou’, Thahab”, di cui potete vedere qui il video.
Una delle più imprendibili espressioni della scena musicale internazionale di questi anni, da cavallo tra canzone politica, rock d’avanguardia e musica etnica.
IL NUOVO DISCO Il 6 ottobre 2018 è uscito su Constellation Records "Daqa’iq Tudaiq", terzo capitolo discografico del duo libanese-canadese Jerusalem In My Heart (JIMH). Mischiando la tradizione musicale araba e l'elettronica moderna, Daqa’iq Tudaiq è un lavoro potente e innovativo, descritto dal New Internationalist come "un'accumulazione, complessa eppure lussureggiante, di trame sonore e linguistiche, pensata per trascendere i limiti della lingua e comunicare in modo diretto, libero e senza ostacoli".
Imperniato su voce, elettronica, buzuk e altri strumenti del compositore/produttore Radwan Ghazi Moumneh (Matana Roberts, Suuns, BIG|BRAVE) e completato dal lavoro analogico su pellicole 16mm e diapositive 35mm del filmmaker Charles-André Coderre, il progetto JIMH continua ad ampliare l'orizzonte del suo profondo coinvolgimento, sia concettuale che estetico, con le tradizioni arabe e mediorientali. Daqa’iq Tudaiq significa letteralmente "minuti che disturbano/opprimono/molestano" e consta di due lati distinti e separati.
Il lato uno è la realizzazione di un vecchio sogno di Moumneh: registrare una versione orchestrale moderna del classico Egiziano "Ya Garat Al Wadi” del leggendario compositore Mohammad Abdel Wahab. JIMH ha assemblato un'orchestra di 15 elementi a Beirut, affidando al celebrato musicista/compositore egiziano-canadese Sam Shalabi (Land Of Kush) l'arrangiamento e la direzione delle sessioni di registrazione. Centrato sul ritmo dichiaratamente ipnotico di strumenti pizzicati e percussivi (riq, santur, debakeh, kanun) il brano si sviluppa con movimenti ampi, ricchi e riverberati, attraverso virtuosistici cambi di scala (i Magam orientali). La voce melismatica e la sensibilità da produttore elettronico di Moumneh rendono omaggio alle registrazioni storiche del genere, spingendoli, sottilmente e rispettosamente, verso nuovi territori di distorsione sonora e artificio rumoristico. Il titolo originale della canzone (con il testo scritto nel 1928 dal poeta Ahmad Shawqi) sta per "Oh vicino della valle" ma JIMH ha scelto un altro passaggio del testo originale come nuovo titolo della sua re-interpretazione orchestrale-elettronica. Nella poesia di Shawqi.“Wa Ta'atalat Loughat Al Kalam” (“Il linguaggio del discorso si è rotto”) è un'espressione di amore silenzioso e comunicazione trascendente tra gli occhi di due amanti; JIMH reintitola la canzone in questo modo, arricchendo il sentimento di maggiore complessità, tragicità e senso socio-politico e anticipando così la rottura formale ed estetica che introduce nel brano stesso. L'amore ai tempi della politica e la politica in un mondo che cospira contro l'amore e la specificità dell'esperienza diasporica araba nel nostro brutale XXI secolo.
Il lato due comprende quattro tracce di materiale "solista" di Moumneh, che spinge oltre il lavoro di rottura e scomposizione/ricomposizione della tradizione verso territori avanguardistici: voce, buzuk ed elettronica prendono la scena in un flusso di canzoni emotive ed evocative, tra cui lo strumentale percussivo con tanto di loop “Bein Ithnein” (“Tra Due” ) e la traccia vocale processata, sorprendentemente straniante, di "Thahab, Mish Roujou', Thahab” (“L'atto di partire. Non tornare. Partire”).
Charles-André Coderre, la cui innovativa tecnica su pellicola 16mm fornisce l'intera identità visiva di JIMH, ha confezionato l'artwork del disco attingendo alle foto d'archivio della Arab Image Foundation, rifotografate e sottoposte a trattamenti chimici sperimentali di sua stessa invenzione.
Daqa’iq Tudaiq è una dichiarazione artistica imponente e magnetica e conferma Jerusalem In My Heart come uno dei più impegnati e lungimiranti progetti attivi oggi nel mondo dell'avanguardia musicale mediorientale.
CENNI BIOGRAFICI Jerusalem In My Heart (JIMH) è un progetto/laboratorio audiovisivo nato nel 2005, il cui nucleo fisso è il produttore e musicista Radwan Ghazi Moumneh. Di nazionalità libanese, Moumneh ha speso gran parte della sua vita adulta in Canada ed è una figura di riferimento per la comunità musicale indipendente di Montréal, dapprima come chitarrista in numerose band degli anni '90 e poi, negli ultimi dieci anni e più, per l'infaticabile attività come ingegnere del suono e produttore presso il celebre studio Hotel2Tango. Degni di menzione gli interventi di Moumneh nel ruolo di ingegnere del suono per Matana Roberts (i tre capitoli della saga Coin Coin), Mashrou’ Leila, Ought, Eric Chenaux (con il quale ha anche realizzato un album collaborativo per Grapefruit Records Club) e Suuns (il disco JIMH & Suuns, uscito per Secretly Canadian nella primavera 2015, rimane ad oggi una delle realizzazioni più originali e intriganti di questi anni), Moumneh è ancora molto attivo nella scena musicale sperimentale di Beirut e in generale del Libano, dove tuttora spende ogni anno lunghi periodi.
RASSEGNA STAMPA "Tensione e lirismo, l’inquietudine del caos e la bellezza di un rito e di un ricordo, si incontrano nella musica di Radwan Ghazi Moumneh – metà audio dei JIMH, insieme a quella video che corrisponde al nome di Charles-André Coderre. Profeta di quello che chiama “cannibalismo culturale”, lontano dagli stereotipi della musica etnica e capace di portare l’elettronica e i field recordings dentro brani che parlano di esiliati politici, che suonano strumenti della tradizione araba e hanno la forma di una preghiera laica" Chiara Colli (Mucchio Selvaggio, Zero)
"il progetto dei Jerusalem In My Heart si traduce in un’esaltante esperienza mistica, in cui la realtà delle immagini e l’ascesi sonora creano una sintesi inedita e ricca di sfaccettature" Ondarock
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LIVE:
13/11/20 Trento @ Teatro SanbàPolis (recupero data marzo) RINVIATA
14/11/20 Rivoli (To) @ Circolo della Musica RINVIATA
27/03/20 Trento @ Teatro SanbàPolis / Transiti RINVIATA per decreto coronavirus
27/07/19 Pisa @ Caracol 28/07/19 Ortigia @ Ortigia Sound System
21/11/18 Torino @ Cinema Massimo 23/11/18 Verona @ Arci Kroen 24/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival 25/11/18 Terlizzi (Ba) @ MAT laboratorio urbano 27/11/18 Avellino @ Cripta del Duomo 29/11/18 Roma @ Spin Time Labs 30/11/18 Milano @ Ex Cinema Aramis
22/10/17 Genova @ Altrove - Teatro della Maddalena 23/10/17 Arezzo @ Karemaski 24/10/17 Roma @ Monk 25/10/17 Napoli @ Chiesa S. Maria della Misericordiella ai Vergini 26/10/17 Bologna @ Locomotiv Club
08/02/16 Udine @ Visionario09/02/16 Milano @ Sacrestia
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:16:50
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EVAN LURIE
[Usa]
Originario di Minneapolis e fondatore nel 1979, col fratello John, dei seminali Lounge Lizards, band che univa punk rock, no wave e jazz (o "finto jazz" come ironicamente si diceva di loro all'epoca) e ha annoverato nelle sue fila Arto Lindsay, Steve Piccolo e Marc Ribot, Evan Lurie è anche squisito talento pianistico ed eccellente compositore.
Sue le colonne sonore di film come "Piccolo Diavolo" e "Johnny Stecchino" e gli arrangiamenti de "Il ballo di S. Vito" di Vinicio Capossela, a riprova di una forte vicinanza con l'Italia e di un'abilità tutt'altro che comune a misurarsi con la cultura popolare; suoi certi memorabili lavori per piano chitarra e bandoneon, capaci di gettare ponti infiniti tra sonorità cameristiche e tradizioni apparentemente distanti. Ne ascoltate alcuni saggi nei brani linkati sotto. Oggi Evan Lurie vive a New York e compone musica per film e programmi TV tra cui la serie animata e musicale (per bambini) "The Backyardigans".
Le sue apparizioni live sono rare e preziose.
ALBUMS Chochin (Absor) - 2001 How I Spent My Vacation (Tzadik)– 1998 Selling Water by the Side of the River (Antilles) – 1990 Pieces for Bandoneon (Crepuscule) – 1989 Happy? Here? Now? (crepuscule) – 1985
COLONNE SONORE Jack Goes Boating Interview – 2007 Face Addict – 2005 documentary Lonesome Jim – 2005 The Backyardigans – 2004 TV series The Whole Shebang – 2001 Oswald – 2001 TV series Fear of Fiction – 2000 Lisa Picard is Famous – 2000 Happy Accidents – 2000 Joe Gould's Secret – 2000 Side Streets – 1998 O.K. Garage – 1998 Homo Heights – 1998 Office Killer – 1997 Trees Lounge – 1996, by Steve Buscemi Phinehas – 1996 short Layin' Low – 1996 The Salesman and Other Adventures – 1995 short The Monster – 1994, by Roberto Benigni The Night We Never Met – 1993 Under Cover of Darkness – 1992 Johnny Stecchino – 1991, by Roberto Benigni The Kill-Off – 1989 Kizu – 1988 Il piccolo diavolo – 1988, by Roberto Benigni Chôchin – 1987 The Kitchen Presents Two Moon July – 1986 documentary Subway Riders – 1981
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LIVE:
02/11/19 Bari @ Time Zones Festival 03/11 Vittoria (Rg) @ Sala delle Capriate 07/11/19 Catania @ Zò, "Partiture"
19/05/16 Roma @ Auditorium * 20/05/16 Terni @ Caffé Bugatti, Degustazioni Musicali Umbria * 21/05/16 Milano @ Piano City *
* tour in collaborazione con Ponderosa
10/07/14 Ravenna @ Ravenna Festival (con Sacri Cuori) 14/07/14 Avellino @ Oltre il giardino 06/09/13 Faenza (Ra) @ Museo Zauli, Strade Blu
07/09/13 Mantova @ Arci VIrgilio, Festival della Letteratura 08/09/13 Milano @ Cox 18 12/09/13 Vasto (Ch) @ Teatro Rossetti (con Sacri Cuori) 13/09/13 Napoli @ Riot Studio 14/09/13 Reggio Emilia @ Spazio Icarus
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ultimo aggiornamento: 15/01/2020 17:00:16
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[(Usa)]
Amyra (fka Amy León)
Nata a New York, ad Harlem, per anni residente a Brooklyn ed ora a Londra, Amyra (fka Amy León) è musicista, poetessa ed educatrice. Allieva del Nuyorican Slam Team, ha saputo concentrare e fondere musica e poesia attraverso performance brucianti, coraggiose e intime, concentrandosi sul tema delle ineguaglianze sociali tra bianchi e neri, sulla celebrazione dell’amore e sulla difficoltà dell’essere donna. Autrice di due raccolte di poesie, The water under the bridge e Mouth Full of Concrete si è esibita negli Usa e in UK collaborando con BBC, Roundhouse e Amnesty International. A metà marzo debutta a Londra la sua pièce teatrale (tra musica, danza e teatro) dal titolo "Vaseline".
Due pezzi dall'album precedente, Something Melanchoily
Altri video: "La voce di Amy León irrompe attraverso i limiti della competenza tecnica come i raggi del sole attraversano una finestra; le sue parole sono forti, personali e illuminanti" – Huffington Post
"C’è stato anche quel momento in cui una straordinaria cantante e compositrice di nome Amy León (che ha cantato “Ballad of Hollis Brown” di Bob Dylan) ha chiesto al pubblico di inspirare ed espirare, inspirare ed espirare, e infine di urlare più forte che poteva. Molti bei suoni sono stati emessi quella notte, ma quell’urlo collettivo riassumeva meglio l’esperienza" – The New York Times
La musica è poesia? Musica e poesia esistono nello stesso universo per me. Prima ero un poeta e il mio amore per il linguaggio mi ha portato naturalmente all’amore per la musica. La lingua è incredibilmente melodica e influenza costantemente la vibrazione unificante dell’esperienza umana. Quando scrivo le mie canzoni, mi concentro fortemente sui testi e faccio sempre del mio meglio per assicurarmi che ciò che intendo sia ciò in cui credo e ciò in cui credo sia ciò che dico.
La sua è una musica nera al femminile, un messaggio potente? Le donne nere sono ancora in fondo alla gerarchia universale. Siamo costantemente disumanizzati, sovradimensionati, sfruttati e dimenticati. La mia missione è quella di amplificare le nostre narrazioni e chiedere il rispetto per l’essere umano che sono e per la comunità mondiale di donne nere che stanno affrontando anche circostanze tumultuose. Quindi credo che il messaggio sia potente, è santo, è l’inizio e la fine di tutte le cose. Quando le donne nere saranno finalmente trattate con il rispetto che meritano, non ho dubbi che il mondo sarà un posto migliore.
Quali le sue principali influenze musicali? Sono spesso ispirata dai suoni della natura: acqua, vento, uccelli, ecc. Trascorro molto tempo fuori, nell'ascolto della terra. Sono anche molto ispirata da Nina Simone, Sarah Vaughan, Debussy e James Blake.
E quali le principali influenze politiche e sociali? Le mie opinioni politiche e sociali sono influenzate dalle comunità per le quali combatto. Donne nere, bambini neri, uomini neri. Ci sono molti movimenti importanti in tutto il mondo per garantire la sicurezza delle nostre comunità. Sono fortemente influenzata da Angela Davis, Nikki Giovanni, Marielle Franco, Frida Kahlo, Toni Morrison e Maya Angelou, la cui arte mi ha insegnato che posso usare la mia creatività come forma di attivismo.
Essere anche educatrice oggi, cosa significa? Il mio lavoro di educatrice è fortemente basato sull’autoespressione. Insegno ai 6-65 anni come sentirsi a proprio agio nei loro corpi nella loro lingua nelle loro comunità. Un modo molto aperto di affrontare la creatività, ma il mio obiettivo è creare uno spazio in cui le persone siano sicure e non censurate nella loro espressione. Oggi le persone credono di essere piccole e incapaci: stimolare la loro fiducia in sé stessi è il primo passo verso un’educazione di successo e un cambiamento duraturo. C’è così tanto potere nell’individuo ed è il mio obiettivo ricordare a tutti i miei studenti e colleghi che contano.
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LIVE:
07/03/19 Bologna, Auditorium Mast, Vie Festival
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ultimo aggiornamento: 07/05/2019 12:18:59
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LEE RANALDO & RAÜL REFREE "Names of North End Women" esce il 21 febbraio 2020 su vinile, CD e in digitale su Mute [PIAS] Names of North End Women (Official Video)
Light Years Out (Official Video)
L’album precede una serie di date, tra cui una performance alla Milton Court Concert Hall il 07 aprile, evento legato al programma musicale del Barbican. Il video che accompagna la title track è una libera reinterpretazione di Outer Space, film del regista austriaco avant-garde Peter Tscherkassky risalente al 1999, già appropriazione di The Entity (1982, Sidney J. Furie). Guardalo QUI. Ranaldo e Refree lavorarono assieme all’ultimo album solista di Ranaldo intitolato Electric Trim (Mute, 2017) e dopo che la coppia tornò in studio per registrare il successivo, realizzarono che Name of North End Women sarebbe diventato ciò che Ranaldo descrive come “l’inizio di una nuova collaborazione, una nuova configurazione.” Per uno dei più grandi chitarristi della sua generazione secondo Rolling Stone e Spin, (Ranaldo ha co-fondato i Sonic Youth nel 1981) e per un artista che ha riscoperto la chitarra tradizionale da flamenco (l’album di Refree con Rosalía continua a crescere in tutto il mondo), questo lavoro contiene brani con un utilizzo della chitarra quasi nullo. Il duo ha composto la musica utilizzando la marimba, il vibrafono, dei campionatori, un registratore a nastro Studer vintage e un registratore modificato che Ranaldo ha usato nelle sue performance 25 anni fa. “Abbiamo mixato suoni analogici e strani provenienti da vecchi registratori, abbiamo fatto i conti con il fruscio dei nastri e abbiamo mescolato tecnologie nuove con tecnologie vecchie,” afferma Ranaldo. Alcuni elementi di un misterioso nastro che Ranaldo trovò anni fa sbobinando lo Studer quando lo comprò – suoni di batteria, porte che sbattono, persone che parlano – formano la colonna portante di questi brani. Sembrava che la musica potesse provenire da qualsiasi parte. Questo disco è nato utilizzando campionatori e registratori,” afferms Refree, “come la musica sperimentale, la musique concrete, i poliritmi.” Procedendo, le loro astrazioni si materializzavano in canzoni, i loro ritmi elementari, i ronzii d’ambiente e i campionatori danneggiati rivelavano melodie nascoste e pattern profondi. Ranaldo e Refree si scambiarono idee melodiche e aggiunsero la voce ai brani, cantando oltre allo spoken word che avevano già pianificato per queste tracce. Il processo dal quale nacquero le parole è analogo a quello della musica: Ranaldo ricompose poesie dal suo archivio, scrisse nuovi pezzi e aggiunse versi di Jonathan Lethem – che lo aiutò a scrivere i brani di Electric Trim. Il risultato è un album vivo di sperimentalismo elettrico, e allo stesso tempo gratificante in quanto collezione di brani. Il titolo dell’album e il titolo del singolo provengono da un’esperienza che Ranaldo ebbe camminando in un quartiere nella zona nord di Winnipeg, Manitoba. Tutte le strade erano chiamate con nomi di donne: Lydia, Kate, Dagmar, Harriett, Juno, ecc. – solo nomi di battesimo, ciò implicava qualcosa di anonimo o universale. Chi sono o chi erano queste donne, non viene indicato e questa scelta lascia un po’ di mistero…nella nostra società gli uomini sono chiamati con il loro nome completo, ma questi nomi anonimi probabilmente erano dei rimpiazzi per tutte coloro che rimangono ignote e indeterminate nella nostra società. Ranaldo si appuntò i nomi nella forma di una poesia, e afferma, “in qualche modo è diventato un impulso per i testi in termini di persone che entrano ed escono dalla vita di qualcuno, alcune sono significative, altre fugaci.” Continua, “Ebbi quest’idea di utilizzare i nomi di battesimo come espedienti per caratterizzare i testi. Questo meccanismo non è presente in tutti i testi, ma molti lo utilizzano.” “Questo album allenta i vincoli dietro all’idea di come deve essere una canzone, e sia io che Raül siamo entusiasti di vedere quanto lontano potrà andare,” afferma Ranaldo. Per ora, prendete il vostro tempo per assimilare Names Of North End Women, i suoi tesori nascosti e le sue svolte inaspettate, e riflettete su dove la collaborazione tra Ranaldo e Refree potrebbe portarli.
LEE RANALDO (Usa / Mute Records) Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico e co-fondatore dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta, Lee Ranaldo è un personaggio fondamentale della musica alternativa degli ultimi 40 anni. E stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la "gioventù sonica" ha deciso di prendersi una pausa, Ranaldo ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador a nome Lee Ranaldo and the Dust (con Tim Luntzel al basso, Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria), uno acustico ("Acoustic Dust", su El Segell, etichetta costola del Primavera Sound) e il più recente "Electric Trim" (il primo per la storica Mute Records), registrato tra New York e Barcellona dal musicista e produttore spagnolo Raul "Refree" Fernandez, con ospiti Sharon Van Etten, Nels Cline, Kid Millions e la collaborazione speciale, in sede di elaborazione dei testi, con il pluripremiato scrittore newyorkese Jonathan Lethem. A febbraio 2020 uscirà, ancora per Mute, il nuovo lavoro di Ranaldo; il disco, intitolato "Names of North End Women", vede rafforzarsi la collaborazione con Fernandez e segna una nuova tappa nel percorso di Lee: una forma canzone minimalista e sperimentale, che flirta con l'elettronica. Discografia recente
LEE RANALDO Ranaldo/Jarmusch/Urselli/Pandi [Trost, 2019] In Doubt, Shadow Him! • Hifiklub & Lee Ranaldo [Joyful Noise, 2018] Electric Trim • Lee Ranaldo [Mute, 2017] Acoustic Dust • Lee Ranaldo & The Dust [El Segell, 2014] RAÜL REFREE All Hands Around the Moment • Richard Youngs & Raül Refree [Dec. 6, 2019; Soft-Abuse]
La Otra Mitad • Refree [Glitterbeat/tak:til, 2018] Los Ángeles • Rosalía (Rosalía Vila & Raül Refree) [Universal Music Spain, 2017] Granada · Sílvia Pérez Cruz & Raül Fernandez Miró [Universal Music Spain, 2014]
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LIVE:
TOUR ANNULLATO CAUSA COVID 19 18/4/20 Avellino Teatro Partenio
19/4/20 Roma MONK Roma
22/4/20 Pordenone Capitol Pordenone
23/4/20 Civitanova Alta (MC) Teatro Annibal Caro
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:18:40
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Songwriter e musicista di Newcastle, atipico e difficilmente catalogabile, Richard Dawson spazia liberamente con voce e corde all'interno di brani che sono flussi di coscienza messi in musica. Laddove il timbro della sua chitarra (ruvida e sbilenca, sull'orlo di spezzarsi ma sempre sincera) evoca sia quello di Derek Bailey che quello di Jandek, la voce insiste nel solco umorale e disarmonico di Kevin Coyne, producendosi in tutta una serie di sberleffi, urla, ghigni beffardi, carezze affilate, affondi rabbiosi e oasi riflessive. Sul tutto aleggia il fantasma di Captain Beefheart.
"2020" (Domino) è il nuovo disco di Richard Dawson. Uscito lo scorso ’11 ottobre, è il ritratto di una nazione sull'orlo di una crisi di nervir, accontata attraverso le ansie e i desideri del suo frastornato ceto medio “Jogging” è il primo singolo tratto dall’album, un brano pop che parla dei benefici del jogging nell'affrontare l’ansia. Il video è diretto da Edwin Burdis. Guarda il video QUI.
dal press kit della Domino: On "2020", Dawson introduces us to grand themes through small lives. His are portraits of human beings struggling with recognisable (and dare we say it, relatable) concerns, conflicts and desires, each reminding us that tragedy and gallows humour are not mutually exclusive, and that the magical can sit next to the mundane. Lyrically it is by far Dawson’s hardest-hitting and unflinchingly honest album to date. It is his poetic masterwork. Within, we find disgruntled civil servants dreaming of better days, anxiety-addled joggers listlessly searching Zoopla for houses they cannot afford in their spare time, amateur footballers who think they’re Lionel Messi and beleaguered pub landlords battling rising floodwaters. Here is life, in all its strange and wonderful ways.
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LIVE:
TOUR RIMANDATO (per misure coronavirus)
27/2/20 Ravenna @ Bronson 28/2/20 Trento @ Teatro SanbàPolis, "Transiti"
1/3/20 San Costanzo (PU) @ Teatro della Concordia, "Klang. Altre musiche, altri spazi"
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APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:18:19
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LEE RANALDO (Usa / Mute Records)
Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico e co-fondatore dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta, Lee Ranaldo è un personaggio fondamentale della musica alternativa degli ultimi 40 anni. E' stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la "gioventù sonica" ha deciso di prendersi una pausa, Ranaldo ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador a nome Lee Ranaldo and the Dust (con Tim Luntzel al basso, Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria), uno acustico ("Acoustic Dust", su El Segell, etichetta costola del Primavera Sound) e il più recente "Electric Trim" (il primo per la storica Mute Records), registrato tra New York e Barcellona dal musicista e produttore spagnolo Raul "Refree" Fernandez, con ospiti Sharon Van Etten, Nels Cline, Kid Millions e la collaborazione speciale, in sede di elaborazione dei testi, con il pluripremiato scrittore newyorkese Jonathan Lethem. Alla fine del 2019 uscirà, ancora per Mute, il nuovo lavoro di Ranaldo; il disco, intitolato "Names of North End Women", vede rafforzarsi la collaborazione con Fernandez e segna una nuova tappa nel percorso di Lee: una forma canzone minimalista e sperimentale, che flirta con l'elettronica.
Contre Jour Lee Ranaldo, suspended guitar phenomena; film by Leah Singer
Lee Ranaldo e Leah Singer lavorano insieme dal 1991, con performance dal vivo che esplorano l'interazione tra suono e immagine. La loro opera accoglie al suo interno il caso e dà precedenza alla dimensione esperienziale sulla narrazione esplicita; pone attenzione su dettagli spesso trascurati e dimostra come un'osservazione profonda possa svelare cose sempre nuove. Sight Unseen e Contre Jour sono le loro più recenti opere audiovisive: il bordone ottenuto da una corda di chitarra, il flash di un fotogramma, la loro interazione in un ambiente avvolgente. Una chitarra elettrica è sospesa nello spazio, staccata dagli amplificatori, lasciata libera di oscillare come un pendolo. Gli schermi della proiezione sono site-specific. I "fenomeni della chitarra elettrica sospesa" e le immagini interagiscono con le ombre, ottenute in tempo reale. La tradizionale separazione tra pubblico e artista è attenuata, ogni punto della stanza può essere incorporato nello spazio performativo. L'intento è quello di creare un ambiente sonoro e visivo nel quale artista e spettatori sono coinvolti in una comune esperienza immersiva, circolare più che lineare, che lasci spazio all'interpretazione personale e forse alla meditazione, più che ad un'esposizione fissa.
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LIVE:
06/12/19 Milano @ Fondazione G. Feltrinelli, "Natural Disruptors", a music serie curated by Lee Ranaldo in: "Contre Jour" Lee Ranaldo, suspended guitar phenomena; film by Leah Singer
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:17:51
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MARY LATTIMORE (Los Angeles / Ghostly International) arpa, elettronica
Arpista originaria della Pennsylvania da tempo residente a Los Angeles, perfettamente a suo agio tanto negli ambienti della classica contemporanea quanto nei circuiti dell'underground. Ha all'attivo numerosi album solisti, adorati da critica e addetti ai lavori, e vanta collaborazioni con personaggi del calibro di Kurt Vile, Grouper, Thurston Moore, Meg Baird e Steve Gunn. Con la sua arpa e l'ausilio di sottili e calibrati innesti di elettronica, Mary realizza una ambient music languida lunare e ovattata, in cui è bellissimo perdersi
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LIVE:
09/11/19 Milano @ Fondazione G. Feltrinelli, "Natural Disruptors", a music serie curated by Lee Ranaldo
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ultimo aggiornamento: 15/01/2020 17:01:47
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Primo album per il duo composto da Efrim Manuel Menuck (fondatore di Godspeed You! Black Emperor e Thee Silver Mt. Zion) e Kevin Doria (Growing, Total Life and Hiss Tracts). I due avevano già collaborato in occasione delle date di presentazione del primo disco solista di Efrim, l'acclamato Pissing Stars, uscito qualche anno fa sempre sulla cult-label Constellation. Da quell'esperienza la loro intesa è uscita rafforzata, sono scaturite nuove sessioni di registrazione e la decisione di proporsi ufficialmente come duo. Efrim e Kevin creano strati densi e magmatici di synth, mantra circolari di elettronica analogica, drones ossessivi e vibranti su cui si staglia il cantato quasi sciamanico di Efrim. Minimalismo che diventa massimalismo, ripetizione che induce trasformazione (esteriore e soprattutto interiore), stridore che si fa armonia celestiale. Ovvero forme di resistenza e vie di fuga, in musica, dai tempi bui che viviamo.
L'eccellente recensione su OndarockAscolti:
"The duo’s first album together is practically blinding in its radiance. The result feels as overwhelming as anything in the Godspeed/TSMZ canon… “Fight the Good Fight” and “We Will” are companion affirmations of perseverance—tender, comforting folk hymns that sound like they’re being beamed up into a UFO. As is the case with all the songs here, Menuck’s voice is only intermittently legible, his words momentarily acquiring definition like a radio station your car stereo catches as you’re driving between cities. But on SING SINCK, SING, that obfuscation is a feature, not a bug. As Menuck and Doria remind us, there is still beauty in this world—you just have to cut through the dark clouds to find it." – Pitchfork
"'Fight the Good Fight' thrusts listeners into an angelic squall while an ominous presence lumbers below; 'A Humming Void An Emptied Place' finds radiant common ground between competing oscillations; and 'Joy Is on Her Mount and Death Is at Her Side' wrings hands over a murdered forest while trying to acknowledge the new life sprouting from the ruins. These are tearful anarchist synth sermons for a landscape all but completely fucked by snake oil slingers, their demoralized goons and the noise surrounding them, and our next steps forward won't be easy. Even 'We Will' — the album's parting song that "INSISTS THAT WE WILL WIN" — is framed in bleak terms, Menuck crying out while he and Doria power down the machines in a gloomy pulse. But the noise surrounding our most glaring problems exist precisely because there are still voices seeking to challenge the status quo. Through reckoning with it, Menuck and Doria found a new creative partnership, and each return to are SING SINCK, SING provides that crucial reminder while offering a shoulder to cry on." – Exclaim
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LIVE:
23/09/19 Rivoli (To) @ Circolo della Musica (w/ Stefano Pilia) 24/09/19 Roma @ Spin Time Labs 25/09/19 Napoli secret show @ Wakeupandream 26/09/19 Firenze @ Genius Loci Festival
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ultimo aggiornamento: 09/12/2019 19:59:51
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[UK / Penny Fiddle Records]
La musica di Mikey Kenney è stata descritta dal Bearded Magazine come "un omaggio tanto forte quanto delicato alla terra e ai cuori dell'umanità. Una volta ascoltata, non la dimenticherete più". Mikey Kenney è un violinista e cantastorie di Liverpool immerso nella tradizione musicale inglese e irlandese. Costantemente in viaggio e impegnato in numerose collaborazioni, Mikey è membro fisso dell'acclamata Band of Burns (che celebra la figura del poeta nazionale scozzese Robert Burns) e suona assiduamente nella band di Vinicio Capossela. Il suo nuovo disco solista, The Reverie Road, accompagna l'ascoltatore in un viaggio sognante e intrigante, che calma la sua anima affaticata e la trasporta in un altro luogo e in un altro tempo. Ispirato dalla sua città natale e dai suoi luoghi, dalla sua esperienza di viaggio e lavoro in Italia, dalla musica tradizionale per violino, dalla poesia e dal richiamo di terre lontane, l'album è una riuscitissima espressione di artigianato musicale all'insegna della melodia e della rima.
"Un enorme talento che vale la pena di vedere e ascoltare" FRoots Magazine
Il disco su Bandcamp: https://ottersgear.bandcamp.com/album/the-reverie-road Il video di "Montagna di menta" https://www.youtube.com/watch?v=f7rgO5urE0g
live: https://www.youtube.com/watch?v=0VfARpa8hn8 https://www.youtube.com/watch?v=EPvNQLSm_qo&fbclid=IwAR1bkeMkUtoHtmUipjoLfqEShd3h_5OwHxIAf0CIDHoolvS_eJVaE7ApouM
Press kit in inglese + foto. http://bit.ly/MikeyKenney_RR_EPK
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LIVE:
25/05/19 Vicenza @ Festival Biblico
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ultimo aggiornamento: 15/07/2019 18:18:12
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[Ita-Uk / Dell'Orso Records]
E' uscito il 20 aprile sulla indie-label londinese Dell'Orso Records il nuovo album di Emma Tricca. Si intitola "St. Peter" e ha visto la partecipazione nelle registrazioni in studio di Steve Shelley (batterista dei Sonic Youth)
**** su Mojo (e in allegato Uncut. Buscadero e Rumore)
Video:
Intervista sul Fatto Quotidiano in occasione del disco precedente ("Relic" 2015)
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LIVE:
Emma Tricca w/band: Steve Shelley: drums Jason Victor: guitar Andrea Garbo: bass
16/06/18 Roma @ Angelo Mai 17/06/18 San Gemini (Tr) @ Chiostro di S. Giovanni Battista / Degustazioni Musicali 18/06/18 Terracina (Lt) @ Tracce 19/06/18 Brescia @ Latteria Molloy 21/'6/18 Marina di Ravenna (Ra) @ Hana-Bi
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APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 12/09/2018 15:20:29
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set audiovisivo Oliver Doerell (anche Cummi Flu e Swod) = electronics + treated kalimba) Roger Döring = sax / clarinet 20 anni di attività e un anno fa un bellissimo disco/compendio su Denovali per il progetto del belga (berlinese d'adozione) Oliver Doerell "musiche da soundtrack, ambient, spruzzate di jazz, elettronica, field recordings e spunti world-etno si mescolano senza soluzione, creando un universo dalla sottile e ambigua fascinazione, dove si è trasportati d'un tratto da un notturno per suq mediorientale... a un pub per le ore piccole della New York più marginale...." (7/8 Blow Up)
https://denovali.com/dictaphone/3zk5EUkM6Y/ www.soundcloud.com/doerell www.dictaphone-music.de www.swod-music.de
APR 70 [CD|LP|DIGITAL, Denovali Records] Finally a sign of life and a new full length of the German cult trio after five years of silence. Already formed in the late nineties in Berlin, Dictaphone was born by Brussels-bred multi-instrumentalist Oliver Doerell. In 2000 Oliver Doerell found a partner in Berlin's Roger Döring, who shares Doerell's love for the Brussels-based music of the eighties. In the following years the duo and several guest musicians (e.g. Stephan Wöhrmann (SWOD) , Malka Spigel (Minimal Compact) & more) released the critically highly acclaimed "m.= addiction" (2002), the "Nacht" EP (2004) and "Vertigo II" (2006) via the City Centres Offices label of Thaddeus Herrmann and Shlom Sviri (Boomkat, Modern Love). In 2009 the violin player Alex Stolze joined the band. During their two decades of existence Dictaphone played shows in more than 20 countries with festival appearances at Mutek, Transmediale, Unsound, Benicassim & more. Their latest release "Poems from a rooftop" from 2012 came as a very limited edition through the Berlin-based boutique label Sonic Pieces. The new album "APR 70" is the first Denovali release of Dictaphone. The label will also reissue the past repertoire of the trio. The new album features the three Dictaphone core members Oliver Doerell (electronics, bass, guitar), Roger Döring (saxophone, clarinet) and Alex Stolze (violins) and has been composed and produced over the course of three years. While the vibraphone and the more easily distinguishable guitar among other things gave a certain presence to the tracks on the previous album "Poems from a rooftop", "APR 70" leaves the listener with a much more muffled impression. It feels as if each of the uncountable layers of which the intricate arrangements are made has just the right amount of contrast to be visible, but there are only very few moments where one of the elements noticeably dominates the others. The cool jazz bits, analogue flourishes, hypnotic rhythms and refined electronics feed a dark serpent-like creature meandering in ever-changing morphologies through shapeless landscapes. "APR 70" is the perfect cocoon for the hazy days and the serene nights. A new incarnation, maybe even definition, of purity.
Dictaphone never make music for the sake of it, they always want to create something which was missing before. And they did.
Praise for Dictaphone:
"minimalistic and subliminal elegancy" (ARTE)
"timeless, unusual & beautiful" (Colin Newman)
"Dictaphones gives warmth to the concept, your thoughts a body and atmosphere to the music" (Spex)
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LIVE:
02/07/19 Torino @ Magazzino sul Po 05/07/19 Bologna @ Serre dei Giardini Margherita 07/07/19 Roma @ Half Die Festival
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ultimo aggiornamento: 11/09/2019 11:40:54
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[Can / Constellation]
Eric Chenaux fa musica concettuale che non suona come musica concettuale. I suoi dischi affrontano la relazione tra struttura e improvvisazione, in modi molto particolari e unici: senza cinismo ma con amore. Perché in fondo quelle di Chenaux sono canzoni d’amore, che canta con voce dolce e limpida, mentre la chitarra si piega delicatamente, diverge e scompone. A dispetto di un'innegabile vena iconoclasta, la sua musica rimane meravigliosamente calda, generosa e in ultima istanza accessibile. La giustapposizione tra crooning morbido e vellutato e le esplorazioni sperimentali della chitarra apre a nozioni inedite di accompagnamento e canto e a forme non convenzionali di interplay timbrico e tonale. Il suo è un suonare la chitarra attorno e contro la voce, improvvisando “con se stesso” allo scopo di catturare momenti di interdipendenza imprevisti e intimi. Un gioioso abbandono allo spazio improvviso e improvvisativo in cui gioco e leggerezza vengono presi molto sul serio. Da qualche anno Eric vive a Parigi, ma è stato un caposaldo della musica DIY e sperimentale a Toronto negli anni ‘90 e 2000, leggenda del post-punk locale con Phleg Camp (assolutamente da recuperare se amate gli Shellac) e Lifelikeweeds. Dal 2006 incide per Constellation Records: una discografia geniale che spazia dal folk più avventuroso, sontuoso, languoroso e decostruito, al jazz, fino a ballate di influenza pop. Eric compone anche colonne sonore e musica per la danza, e collabora regolarmente con altri artisti: tra di essi Marla Hlady, con la quale ha realizzato numerose installazioni sonore, e il regista Eric Cazdyn, con cui ha realizzato il film "Play the Cube" nel 2014. Ha fatto inoltre parte della band del musicista canadese Sandro Perri partecipando a vari suoi album, e ha suonato, tra gli altri, con Radwan Ghazi Moumneh, Martin Armold, Pauline Oliveros, John Oswald, Michael Snow, Han Bennink, Michael Moore, ecc. "Slowly Paradise" (2018) è il suo ultimo disco solista ed è considerato dalla critica il suo capolavoro. Gli è valso copertine della stampa specializzata (The Wire) e in Italia è stato disco del mese per la rivista Blow Up. il video di Wild Moon, primo estratto dall'album. E quello della bellissima "An Abandoned Rose" E questa la stampa itallana suul suo precedentne (capo)lavoro Qui Blow Up (un bell'8) Un bell'8,5 sul Mucchio E solo un 7 su Rumore
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LIVE:
01/02/19 Venezia @ Teatrino Palazzo Grassi, New Echoes
13/09/18 Perugia @ Galleria Nazionale dell'Umbria 09/11/18 Milano @ Fondazione Feltrinelli (w/ Jessica Moss) 23/11/18 Ravenna @ Transmissions
03/05/18 Bologna @ AngelicA Festival Internazionale di Musica
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 30/01/2020 17:23:03
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Josephine Foster
Torna in Italia la sirena del folk americano per presentare i brani dell suo ultimo e bellissimo album. Fede e fato, destino e devozione, notti scure e stordenti illuminazioni: queste le parole che introducono "Faithful Fairy Harmony", undicesimo disco in studio di Josephine Foster, uscito a novembre sull'iinglese Fire Records. Uno dei lavori più ispirati di sempre di Josephine, finito non a caso in parecchie liste di fine anno, che riporta la cantante e musicista del Colorado nell'olimpo delle voci e delle penne del songwriting mondiale. Sul palco in solo: voce, autoharp, chitarra e piano
"La miglior voce del prewar folk? Personalmente non ho dubbi. Non solo: di quel brulicante calderone di nomi che negli ultimi anni ha costretto a rimettere indietro le lancette degli orologi del rock underground americano a me pare anche la miglior penna e l'interprete più matura...". Stefano Isidoro Bianchi Blow Up
Ondarock su Faithful: " Ogni album di Josephine Foster è uno scrigno ricco di tesori smarriti [...]. In questo percorso “Faithful Fairy Harmony” rappresenta uno degli episodi più ispirati e corposi della pur sempre ragguardevole produzione [...] La dimensione musicale e vocale resta sempre ultraterrena, tra blues accorati (“Pining Away”), ballate estatiche (“Eternity”), ninne nanne per eterni fanciulli (“Adieu Color Adieu”), accordi confortevoli come la carezza di una mamma e brevi accenni di un delicato erotismo soul (“Challenger”), che hanno il fascino di una fiammella calda in un giorno di neve (“I Was Glad”). Un disco che non solo si candida tra le cose più affascinanti dell’anno che si sta consumando, ma anche come una dichiarazione d’autenticità artistica, la cui forza in un’era di mistificazione culturale e intellettuale suona come uno schiaffo alla mediocrità che imperversa nell’enorme calderone della musica fruibile sulle piattaforme di streaming" (8/10) "Josephine Foster è probabilmente una delle musiciste folk più virtuose che si possano ascoltare oggi, per lo meno dal punto di vista vocale. Un timbro unico il suo (certi acuti ci fanno addirittura venire in mente le frequenze che raggiunge uno strumento come il theremin), che ha consentito alla musicista, negli anni, di frequentare affascinanti anticaglie gitane e andaluse o magari la tradizione di Nashville, componimenti poetici rubati alla letteratura e pre-war folk. [...] Faithful Fairy Harmony, in questo senso, non fa eccezione. Anzi, è uno dei dischi-manifesto più eloquenti dello stile di Foster, sviluppato in 18 brani a spasso liberamente tra le passioni della musicista [...]. Ad ascoltare il programma viene quasi da dire che Foster è un po’ la Mina dell’indie folk internazionale, ovvero una che con quella voce potrebbe cantare qualsiasi cosa" (Sentire Ascoltare, 7.2/10)
BIOGRAFIA Cantante, autrice e multistrumentista originaria del Colorado (oggi residente in Andalusia), un passato di studi lirici abbandonati in favore di un approccio meno accademico (e che tuttavia le hanno lasciato l'impostazione vocale da soprano che è ormai marchio di fabbrica dei suoi dischi), Josephine Foster è la punta di diamante di quel movimento di riscoperta del folk cha ha caratterizzato la produzione discografica indipendente degli ultimi quindici anni. Nel suo caso, però, faticheremmo a cercare mode, hype o "freakerie" costruite ad arte: la sua è una voce tanto singolare e autonoma, tanto unica e fuori dal coro, tanto vera ed emotiva, da sfuggire ad etichette, classificazioni e collocazioni in una qualche “scena” o "tendenza". Ogni suo disco è una coraggiosa operazione di spostamento dal precedente, in una pratica musicale volta alla progressiva eliminazione dei confini tra musica colta e tradizione popolare: blues primitivo e canti degli Appalachi, folk acido e fado portoghese, fiabe per bambini e lieder tedeschi in salsa psichedelica; memorabile il suo incontro con l'universo poetico di Emily Dickinson, musicato con una grazia e una magia che hanno del miracoloso (Graphic As A Star), e molto coraggioso quello con le "canciones poulares espanoles" scritte e raccolte, in piena resistenza antifranchista, da Federico Garcia Lorca (Anda Jaleo), nel quale la nostra si è anche misurata con la lingua spagnola (forte della sua esperienza di vita in Andalusia). Per dirla ancora con Stefano Isidoro Bianchi "ogni disco che degna della sua voce è un approdo, una spiaggia, una terra completamente vergine. Con ogni disco supera il precedente e se stessa, in una gara che vede unici perdenti noi che ascoltiamo".
"Faithful Fairy Harmony", undicesimo album in studio, è stato registrato nel Bomb Shelter Studio di Nashville e vede la Foster disimpegnarsi a voce, arpa, autoharp. piano, organo e chitarra. Collaborano al disco il fido Victor Herrero alle chitarre, Gyða Valtýsdóttir al violoncello, Chris Scruggs alla lap-steel guitar e Jon Estes al basso: un roster di musicisti e storici collaboratrici della Foster, caratterizzati dalla stessa eleganza e sensibilità che contraddistinguono la nostra.
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LIVE:
28/2 Foligno @ Spazio Zut 01/03 Roma @ Angelo Mai 02/03 Firenze @ Circolo Progresso 03/03 San Ginesio (MC) @ Klang
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ultimo aggiornamento: 07/05/2019 12:18:01
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Una serata intima con Lee Ranaldo, che eseguirà canzoni dai suoi album più recenti, sia in elettrico che in acustico, presenterò filmati inediti e racconterà storie e aneddoti sulla sua gioventù a New York, sugli anni passati con i Sonic Youth e altro ancora, offrendosi alle domande del pubblico in un Q&A moderato da un critico musicale. Un'occasione unica per ampliare e rendere più profonda l'esperienza del concerto, avvicinando ulteriormente artista e ascoltatori.
Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta e editore, Lee Ranaldo è stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la gioventù sonica ha deciso di prendersi una pausa, Ranaldo ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador (a nome Lee Ranaldo and the Dust, band formata da Tim Luntzel al basso, Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria), uno acustico (intitolato "Acoustic Dust") sulla El Segell, etichetta costola del Primavera Sound, e il più recente "Electric Trim", pubblicato a settembre 2017 dalla prestigiosa Mute Records. Tassello fondamentale del nuovo corso di Ranaldo, nonché testimonianza di una rinnovata vena creativa, "Electric Trim" è un disco di canzoni solide e ispirate: registrato tra New York e Barcellona dal musicista e produttore spagnolo Raul "Refree" Fernandez, annovera tra gli ospiti Sharon Van Etten, Nels Cline, Kid Millions (oltre ai già citati Luntzel, Licht e Shelley) e in sede di elaborazione dei testi ha visto collaborare Lee Ranaldo con il pluripremiato scrittore newyorkese Jonathan Lethem. Di questo stesso album la Mute ha appena pubblicato una versione live, tratta dall'intimo concerto solista che Ranaldo ha tenuto a ottobre 2017 (un mese dopo l'uscita del disco) nel mitico negozio Rough Trade East di Londra.
Last Looks, da " Electric Trim Live at Rough Trade East"
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LIVE:
LEE RANALDO SOLO: SONGS & STORIES
05/0/19 Trieste @ Bastione San GIusto 06/07/19 @ Estate a San Salvi, ex Manicomio di San Salvi (Fi)
10/02/19 Osimo (An) @ Klang11/02/19 Roma @ Unplugged in Monti, Church Sessions 12/02/19 Rivoli (To) @ Circolo della Musica - ex Maison Musique
13/09/18 Pisa @ Cinema Lumiere 14/09/18 Ferrara @ Sala Estense, Effetto K 15/09/18 Bari @ Time Zones Festival 16/09/18 Matera @ Time Zones Festival
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ultimo aggiornamento: 05/09/2019 17:24:45
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Richard Youngs
[UK / Jagjaguwar, VHF, O Genesis, No Fans]
"Il più postpunk degli autodidatti postpunk" Clive Bell, The Wire
"Richard Youngs è una della menti più geniali - la più geniale - del rock inglese non allineato. Improvvisata, minimalista, cantautorale, progressive, folk, elettronica, sperimentale: non c'è musica in cui egli non si sia misurato" (Stefano Isidoro Bianchi, Blow Up)Produzione vasta, quella di Richard Youngs, diasporica e per certi versi illogica così come dovrebbe probabilmente essere quella di un costante ricercatore... ma molta di questa produzione continua ad essere generata da quel nucleo pulsante che si agita attorno al concetto di canzone... Ogni disco di Youngs sposta il baricentro rispetto al precedente e tuttavia ha il merito di muovere dallo stesso comun denominatore, un nucleo di sentimenti ed emozioni primordiali, pure, cristalline. Tutto questo è assai più evidente quando la materia sonora incisa da Youngs si fa disadorna e scarna per nutrirsi solamente di una chitarra acustica, qualche delay parcamente manipolato, alcuni effetti e la sua voce oramai non assimilabile a nient’altro se non alla voce di Richard Youngs. Youngs (che a dispetto di studi classici di chitarra e piano è cresciuto all'ombra del punk rock, portando avanti negli anni tecniche di registrazione rivoluzionarie e facendosi sostenitore dell'etica e dell'estetica DIY) ha all'attivo circa 140 (!) uscite discografiche, divise tra Jagjaguwar, VHF, la sua personale etichetta (No Fans Records) e altre label avventurose. Ha lavorato con membri del Conservatorio Reale di Scozia, collaborato (tra gli altri) col filmmaker scozzese Luke Fowler, con Alaistar Galbraith (vincitore di un Arts Foundation of New Zealand Award), con il musicista portoghese David Maranha,e il chitarrista giapponese Makoto Kawabata (Acid Mothers Temple). E' stato il bassista delle prime esibizioni dal vivo di Jandek e di tanto in tanto suona in duo con Damon Krukowski (Galaxy 500; Magic Hour; Damon and Naomi); ha scritto una colonna sonora per la BBC e per alcuni film d'arte, suona la drum machine con i Flexibles ed è il cantante degli AMOR (al cui interno militano il già citato Fowler, il bassista norvegese Michale Duch e Paul Thompson, batterista dei Franz Ferdinand!). "Belief", l'ultimo lavoro di Youngs, doveva essere qualcosa più di un semplice disco, quasi, piuttosto, un esperimento di arte concettuale. C’è il metodo: bedroom pop (pop inteso à la Youngs, sia chiaro) fatto in casa su una base di campionamenti casuali mandati a tempo con pezzi classici (non è dato sapere quali). L’idea era di mandare il lavoro finito a una serie di etichette discografiche e raccogliere le lettere di rifiuto come una sorta di meta-riflessione sul pop stesso. La storia del disco prosegue con Tim Burgess (The Charlatans) che ascolta i brani e definisce Belief “pop gnostico”, facendolo uscire per la sua O Genesis Recordings. "...rich and enthralling..." - Uncut "...resonantly, universally affecting..." - The List "...a work of transcendent melancholy..." - The Quietus Qui la recensione di Sentire & Ascoltare
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LIVE:
23/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival
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APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 11:30:42
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Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta e editore, Lee Ranaldo è stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la gioventù sonica ha deciso di prendersi una pausa, Lee ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador (a nome Lee Ranaldo and the Dust, band che annoverava tra gli altri Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria) e uno acustico (intitolato "Acoustic Dust") sulla El Segell, etichetta costola del Primavera Sound. A settembre 2017 è uscito su su Mute Records il suo nuovo lavoro "Electric Trim", disco i cui testi sono stati elaborati a quattro mani insieme allo scrittore Jonathan Lethem. Dal vivo l’artista americano è affiancato dal polistrumentista spagnolo (anche produttore del disco) Raul "Refree" Fernandez e dalla baterista Booker Stardrum.
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LIVE:
ELECTRIC TRIM TRIO 06/03/18 Trento @ Teatro Sanbàpolis - Transiti
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 17/04/2018 18:46:16
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[Swi-Fr-Be-Uk-NL / Red Wig, Les Disques Bongo Joe]
tropical postpunk - afro avant-pop tra Konono n.1 e The Ex, dal vivo semplicemente irresistibili. Sul palco in 14!
Dopo " Rototor", John Parish produce anche il nuovo album degli OTPMD, che si intitola " Sauvage Formes" ed è appena uscito su Les Disques Bongo Joe / Red Wig.
Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp (CH, FR, BE, UK). Nel 2016, a 10 anni dalla creazione dell’Orchestre Tout Puissant Marchel Duchamp, Vincent Bertholet finalmente realizza il suo vecchio sogno di un'orchestra "reale". L'orchestra diventa XXL, assemblando complici della prima ora e una sezione di archi inglese incontrata lungo la strada. Da quel momento in poi sul palco saranno in 14: triplicati gli archi, raddoppiata la sezione ritmica, le voci aumentano e i riff di chitarra suonano come cascate minimaliste. E' con questa formazione che l'OTPMD presenterà l'ultimo album, appena uscito. Registrato presso i mitici Real World Studios e prodotto (come già il suo predecessore) da John Parish (PJ Harvey, Eels), si intitola emblematicamente "Sauvage Formes" ed è un lavoro in cui tutto è tanto geometrico quanto organico; un viaggio in 8 tappe che racconta la storia di un'orchestra senza camera, un battaglione sensibile di illimitata generosità, una forma selvaggia che non ha mai avuto bisogno di un maestro per domare la sua immaginazione e determinazione.
Sauvage Formes al 18° posto nella classifica 2018 di Musical Box (Radio 2 Rai)
Alcuni video:
Sauvage Formes: Recorded at Real World Studio in october 2017. Produced by John Parish. Release on the 27th of april on Les Disques Bongo Joe / Red Wig
Seth Bennett: doublebass Vincent Bertholet: doublebass Jo Burke: violin Anne Cardinaud: marimba Aida Diop: marimba Guillaume Lantonnet: drums Naomi Mabanda: cello Liz Moscarola: violin George Murray: trombon Wilf Plum: drums Maël Salètes: guitar Séni: trombon Titi: guitar Aby Vulliamy: viola
Everybody sings.
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LIVE:
28/06/19 Varazze (SV) @ Riviera Festival 29/06/19 Mestre (Ve) @ Alba Festival 30/06/19 Pescara @ IndieRocket Festival 2019 * XVI edizione * 02/07/19 Terni @ Fat Art Garden 03/07/19 Terracina (Lt) @ Tracce 04/07/19 San Gimignano (Si) @ Orizzonti Verticali
27/07/18 La Spezia @ Estate Spezzina28/07/18 Assisi (Pg) @ Universo Assisi
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 05/09/2019 16:56:05
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[Usa / Ipecac, Exile on Mainstream, Deadverse]
Dopo l'ultimo lp (l'ottimo "Endangered Philosophies", uscito nel 2017 sempre sull'Ipecac di Mike Patton) è in arrivo proprio in questi giorni un nuovo ep: si intitola "Respect to the authors" e lo pubblica la tedesca Exile On Mainstream.
"Before Def Jux, before Death Grips, before Yeezus, there was Dälek" (Noisey).
Pioneers of alt hip-hop, Dälek (pronounced "die-a-lek") features Rapper/Producer MC Dälek and Producer/Live Electronics Mike Manteca. With roots in the mid-90's DIY scene, Dälek has been delivering groundbreaking albums for over 20 years. They have encapsulated fans and critics across all genres, garnering fans and accolades from the Hip-Hop, Electronic, Indie, Metal, Shoegaze, Jazz and experimental communities. After releasing 7 studio albums, numerous collaborations, EP's, and remixes, they are known for their large body of work and pushing boundaries with every release. Their forthcoming release will be an EP (5 tracks) on Exile on Mainstream Records on April 5, 2019.
Ascolti:
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LIVE:
27/07/19 Padova @ Curtarock
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 05/09/2019 16:57:54
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Dopo un’attesa di due anni, Tim Hecker torna ad esibirsi in Italia. L’artista canadese, fra i protagonisti più influenti e di maggior successo della sperimentazione atmosferica degli ultimi quindici anni, presenterà in autunno Love Streams, suo ultimo album che ha segnato il suo approdo presso il catalogo della prestigiosa etichetta 4AD. Un lavoro in cui l’artista evolve le stratificate orchestrazioni elettroniche sperimentate sul precedente Virgins rielaborandole in chiave melancolica. Costituiti da strati di tastiere, cori e fiati registrati in studio e trasfigurati attraverso l’uso di complessi software, gli undici brani del disco traspongono l’ispirazione per i lavori corali del Cinquecento (in particolare quelli di Josquin des Perez) in un linguaggio post-contemporaneo, fatto di risonanze digitali e fantasie sintetiche.
Tim Hecker è autore di una ricerca peculiare e innovativa. La musica, definita talvolta “ambient strutturata” esplora l’intersezione tra rumore, dissonanze e melodie. Con la quadrilogia composta da Harmony In Ultraviolet (2006), An Imaginary Country (2009) e, soprattutto, gli acclamati Ravedeath, 1972 (2011) e Virgins (2013) si è imposto come uno degli esponenti di punta della musica elettronica contemporanea, sviluppando un nuovo modo d’intendere il ruolo del suono in termini di impatto fisico e percettivo. L’ultimo Love Streams (2016) ha segnato una svolta nel suo sound, maggiormente improntato sulla melodia, il vocal loop e i suoni organici.
Negli anni seguenti è arrivato a collaborare con artisti del calibro di Ben Frost e Oneohtrix Point Never, con cui ha lavorato in tandem per l’album Instrumental Tourist (2012). Prima di approdare a Mute ha inciso, fra le altre, per etichette come Room40, Mille Plateaux, FatCat e, soprattutto, Kranky. Collabora stabilmente anche per compagnie di danza contemporanea e come autore di installazioni nell’ambito della sound art. Le sue performance dal vivo toccano i festival più importanti al mondo, come Sonar, Mutek, Primavera Sound, Victoriaville, Vancouver New Music Festival e Transmediale.
“Con ‘Virgins’ Tim Hecker entra di diritto tra i più grandi di sempre. Come se ci fosse ancora bisogno di sottolinearlo. ” (OndaRock)
“Tim Hecker non cerca di descrivere la purezza del sentimento religioso, ma al contrario le sue contraddizioni, quelle che legano la lucentezza del sacro all’oscurantismo diffuso nelle società contemporanee, con le sue guerre al terrore, le sue purificazioni ed i suoi effetti collaterali” (Distorsioni)
“‘Hecker’s abstractions have never been more expressive than they are on ‘Virgins’, and his containers have never been more fraught. His main compositional principle might have come from the late philosopher Marshall Berman: All that is solid melts into air.” (Spin)
“Hecker’s music has always been eerie, but never this forceful. Some sections of ‘Virgins’ feel like soundtracks for horror-movie climaxes when the camera fixes on a sickening image and refuses to turn away, fascinated and trapped at the same time.” (Pitchfork)
su RAVEDEATH, uscito su Kranky a marzo 2011:
"Dalla densa ma vividissima coltre che avvolge il lavoro in un
bozzolo di inquietudine ed eccitazione, affiorano simulacri di rumore e sample crepitanti, ma anche sorprendenti
frammenti di serenità pianistica e profonde immersioniambientali, che coniugano in una sintesi magistrale anime
sovente lasciate separate da artisti operanti in ambito affine (si pensi alle texture romantiche e alle amplificazioni droniche di Eluvium)...
Tim Hecker ha forse qui edificato il suo capolavoro. Un'opera densa e multiforme, che abbraccia stili diversi e tocca
precordi difficilmente avvicinabili. L'autore canadese coglie pienamente nel segno, plasmando la materia ambientale con un
tocco ruvido e nel contempo pregno di romanticismo. È musica per chiudersi e riaprirsi, per liberare la mente e il cuore
alla contemplazione dell'infinito " ondarock, disco del mese di marzo (8/10)
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LIVE:
in collaborazione con Basemental
23/05/17 Milano @ "Electropark", Teatro Franco Parenti 24/05/17 Rovereto (Tn) @ Auditorium Melotti
23/09/16 Roma @ Quirinetta 03/11/16 Torino @ Club to Club
30/11/12 Roma @ Chiesa Evangelica Metodista - C(h)orde 16/03/12 Ravenna @ Transmissions Festival 11/02/12 Parma @ Auditorium del Carmine (pipe organ performance)
05/12/11 Torino @ Blah Blah
06/12/11 Milano @ Spazio 'O 08/12/11 Pisa @ Overflow Caracol
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 04/08/2020 12:25:52
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Se mai fosse possibile parlare di un’eroina musicale contemporanea, Carla
Bozulich ambirebbe di diritto allo scomodo trono.
Dopo una prima fase di carriera alla guida dei temibili
industrial-rockers di Los Angeles Ethyl Meatplow e dei ben
più noti alternative-country rockers Geraldine Fibbers (con
quel fenomeno di Nels Cline alla chitarra), la nostra vive
una seconda giovinezza artistica dal 2006, quando è stata accolta (all'epoca unica musicista non canadese) in casa Constellation,
la cult-label di Montreal su cui pubblicano tra gli altri i
Godspeed You! Black Emperor. Nasce così il moniker Evangelista,
collettivo-laboratorio aperto avente i propri punti fermi in Tara
Barnes (basso) e Dominic Cramp (keyboards) e con cui la Bozulich ha ridefinito i confini tra canzone d’autore, poesia urbana e musica
d’avanguardia, pubblicando quattro album (l'omonimo " Evangelista"
neò 2007, " Hello, Voyager" nel 2008), " Prince of Truth"
nel 2009 e " In Animal Tongue" nel 2011) che le sono valsi
copertine di riviste specializzate (The Wire, Blow Up) e
l'acclamazione di critica e pubblico. Quel pubblico che in un live
cerca emozioni, intensità e sorpresa, piuttosto che certezze e
minestre riscadate.
Del 2014 è il primo disco su Constellation pubblicato a suo
nome. Si intitolava "Boy" e vedeva l'importante contributo di Jhno
(John Eichenseer) e del' batterista e compositore elettroacustico taliano Andrea Belfi: un
album più diretto, ruvido e immediato di quelli a nome Evangelista
al punto che la stessa Carla lo ha definito, non senza una punta
di autoironia, il suo album pop. E' stata poi la volta della ristampa (per Folktale Records (vinile in edizione limitata) del disco del 2003 "Red Headed Stranger", personale reinterpretazione dell'omonimo album del grande Willie Nelson, E arriviamo ai nostri giorni: l'11 maggio 2018 è uscito su Constellation il nuovo album solista di Carla, dall'emblematico titolo "Quieter". Vi hanno collaborato i già citati Belfi, Jhno, Sarah Lipstate (Noveller), il violoncellista Francesco Guerri, Shahzad Ismaily e Marc Ribot ed è magicamente in bilico tra forma canzone e soundscapes ambientali. Qui un primo ascolto (feat. Freddy Ruppert, aka Former Ghosts) Album of the day su Bandc
Le registrazioni, i numerosi tour con Evangelista e quelli per
promuovere "Boy" (spesso in double bill con Swans e i già
citati GY!BE) non hanno impedito a Carla Bozulich di
portare avanti numerose collaborazioni (Nels Cline,
Lydia Lunch, Thurston Moore, Mike Watt, Christian
Marclay, Ches Smith, Shahzad Ismaily Francesco
Guerri, Sarah Lipstate) e di esibirsi in progetti
di sound installation (presso la Schindler’s House
e il Getty Museum). Nell’agosto del 2009 Carla ha suonato
al fianco di Marianne Faithfull e Marc Ribot
all’interno della
Ruhrtriennale 2009 a Dusseldorf. E nel 2011 ha curato una
giornata del prestigioso Donau Festival, dove ha invitato
Laurie Anderson, David Tibet e Lydia Lunch oltre ad
aver realizzato un'installazione nella chiesa medievale di
Minoritenkirche.
Nel tour europeo, intitolato " Carla Bozulich’s Bloody
Claws:", Carla (voce e basso) sarà affiancata da ospiti e vecchi collaboratori (Don The Tiger, Francesco Guerri) e alternerà pezzi inediti, incursioni nel repertorio di
Evangelista e in quello solista (da Quieter a Boy), qualche tuffo nel passato dei
Geraldine Fibbers, melodie, elettricità, rumore, drones e
improvvisazione; il tutto tenuto insieme da una voce che mette i
brividi e non ha eguali nel panorama musicale odierno.
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LIVE:
Carla Bozulich's Bloody Claws trio line up: Carla Bozulich, Don The Tiger, Andy Stecher + special guests
16/11/18 Firenze @ Progresso 17/11/18 Civitanova Marche (Mc) @ Galleria Cento Fiorini 20/11/18 Perugia @ Teatro di Figura 22-23/11/18 Ravenna @ Transmissions 24/11/18 Livorno @ Aurora
Carla Bozulich’s Bloody Claws: Solo LOW END spinal re-location and song. Possible special guest
23/9/16 Torino @ Superbudda 28/9/16 Udine @ Visionario 01/10/16 Trieste @ Tetris 2/10/16 Cadoneghe (Pd) @ Villa Da Ponte 6/10/16 Terni @ Mishima 7/10/16 Firenze @ Arci Progresso 8/10/16 Napoli @ Riot Studio 9/10/16 Avellino @ Villa di Marzo
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:32:53
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"North Dakota Impressions" è il nono disco in studio di
Tom Brosseau, folksinger del North Dakota ora residente a
Los Angeles, nonché l'ultimo capitolo di una trilogia -
inaugurata da "Grass Punks" (2013) e proseguita con "A
Perfect Abandon" (2015) - nella quale Tom porta
l'ascoltatore a spasso tra i ricordi e le immagini della
sua terra natia. E' stato prodotto da Sean Watkins, già a lavoro con Brosseau per "Grass Punks", a Silverlake e Higland Park (Los Angeles)
Questo
è il video, bello e surreale, di "You
Can't Stop" girato da Ben GUzman e Angela Wood E questo è il video di "On a gravel road", sempre tratto da "North Dakota Impressions". Diretto da Amber Padgett
Bio Originario del North Dakota ma ormai di base a Los
Angeles, Brosseau è un personaggio
deliziosamente fuori dal tempo, ironico e baciato
dal talento, dedito a un prezioso lavoro di recupero e
diffusione delle più autentiche radici musicali
americane: bluegrass, country, folk,
gospel.
Tom Brosseau è stato in tour in Giappone,
Canada, Islanda, Australia, Europa e si è esibito in bar,
cortili, halls, metropolitane, teatri, case per anziani.
Ha diviso il palco con John Doe, Juliana Hatfield,
PJ Harvey e Rambling Jack Elliott e vanta
amici e collaboratori come l'attrice Natalie Portman
(che ha scelto “Plaid-lined Jackedâ€, tratta da
Grand Forks, per la campagna promozionale
dell'organizzazione no profit FINCA) e l'attore John
Reilly (col quale nel 2011 ha inciso un 7" su
vinile, John & Tom, prodotto da Jack White
per la Third Man Records, e nella cui band di
american folk music revival, la John Reilly &
Friends, milita dal 2010, in compagnia di Dan
Bern e Willie Watson).
Brosseau figura anche nel film "Wonder Valley",
diretto da Andrew Van Baal e sceneggiato da Patrick
Strange (editore di Constance ed ex editore di Filter
Magazine); uscito nel 2012, è la storia di un uomo che per
sfuggire alla ex fidanzata se ne va a vivere nel deserto.
"A Perfect Abandon", il suo album,precedente è stato
prodotto e registrato (con un solo microfono!) a Bristol
da John Parish (PJ Harvey)e Ali Chant. E' suonato con una
batteria minimale, un contrabbasso e una chitarra
Stratocaster.
DIcono di Brosseau:
"He is totally earthbound and at the
same time sorta out there in the ether." Tom
Moon, National Public Radio: All Things
Considered
"ninnenanne country che non hanno bisogno
di effetti speciali per guidarci in luoghi
salutari per l'anima", LostHighways
"No artist possesses the same peculiar
qualities as Brosseau. The power of
his performing persona is so strong that he
can pervade the whole room with his
subjective existence, making time-warped
acolytes out of his audience" BBC.com
"Un piccolo concentrato di grazia e
soavità , dispensato da un vero gentleman
della canzone folk. Essenziale", Francesco
Amoroso, Rockerilla
"Brosseau uses language with a
straightforward grace that recalls the
writing of John Steinbeck" Sophie
Harris, Time Out London
"Grass Punks è un gioiello di
scrittura, anzi, meglio di scrittura,
con sentirei di chitarra da ascoltare un
milione di volte, la voce sicura in cima,
testi personali e sinceri" Marco Sideri,
Blow Up
"His blues-folks songs seem simple and
plain, but there's a real depth to the
lyrics, and they're sung in a voice so
confident in its smooth, Ricky Nelson-esque
purity that it barely needs accompaniment"
Sylvie Simmons 4 stars, MOJO
"Like the pleasure of film noir...
Brosseau's music is refined folk on a
crackling gramophone and comfort-wrapped
in cigarette smoke" NME
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LIVE:
4/11/16 Firenze @ Circolo Arci Progresso
5/11/16 Torino @ Folk Club
6/11/16 Bologna @ Nero Factory, "An Easy Night With"
7/11/16 Mantova @ Arci Tom
8/11/16 Roma @ Unplugged in Monti
9/11/16 Napoli @ Teatro Instabile, "Retronuevo V"
10/11/16 Perugia @ Auditorium Santa Cecilia
INFO, SOUND:
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APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 11:37:14
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[(Usa / Sacred Bones, Bella Union)]
Da oltre un decennio Marissa Nadler è una delle artiste più importanti e amate della scena gothic/Americana, con una statura artistica tale, tuttavia, da renderla una delle musiciste più trasversali per ispirazione e risultati. Strangers è il suo settimo disco e probabilmente il migliore. La sua musica è uno stato delle mente onirico, oscuro, persino apocalittico ma mai senza speranza. Con Strangers Marissa Nadler ha abbandonato alcuni dei limiti che si era autoimposta negli album precedenti, abbandonando le soluzioni più scarne e tuffandosi oltre un orizzonte onirico surreale, profondo, apocalittico persino. Le storie di questi “Sconosciuti” si basano sull'istinto, sulla rottura, l'illusione, la delicatezza che non vuole rassegnarsi a essere fragilità. Quella di Marissa è una voce unica ma collettiva.
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LIVE:
20/12/16 Ravenna @ Bronson (opening act: Jess Williamson) 21/12/16 Milano @ Santeria Social Club (opening act: Jess Williamson)
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 11:36:04
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Con "Orwell Court", quarto episodio di un percorso artistico in continua crescita, lo scozzese Gareth Dickson firma l'opera della consacrazione e si conferma una delle voci più autorevoli tra i songwriters di nuova generazione. Già collaboratore in studio e in tour di Juana Molina e più recentemente di Vashti Bunyan (special guest nel disco), Dickson ha sviluppato in questi anni uno stile personale e riconoscibile: un picking ricercato, elaborato eppure asciutto, avvolto in vaporosi riverberi elettroacustici, e un cantato sognante, confidenziale, a volte sussurrato, che penetra sotto pelle e trasporta l'ascoltatore in una sorta di trance. Su tutto aleggia un'aura magica, quasi una presenza fantasmatica; forse quella di Nick Drake, del quale verrebbe da dire che Gareth Dickson è oggi il più credibile e ispirato erede.
"Il musicista scozzese torna con un nuovo disco che ancora una volta rivela il suo magico universo fatto di tessiture sognanti costruite attraverso il suo virtuoso picking denso di vaporosi riverberi" Triste Sunset
"an artist of real originality.... haunting" The Wire magazine.
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LIVE:
17/11/18 Milano @ Fondazione Feltrinelli, "A Dictionary of Sound" (w/ Pan American)
23/03/17 Perugia @ ex Chiesa S. Anna e delle Derelitte 24/03/17 San Lorenzo in Campo (PU) @ Teatro Tiberini, "Klang" 25/03/17 Napoli @ Riot Studio 26/03/17 Lanciano (Ch) @ La Caltapie 27/03/17 Avellino @ Godot Art Bistrot 29/03/17 San Gemini (Tr) @ Tempio San Giovanni, "Degustazioni Musicali" 30/03/17 Genova @ Teatro Altrove 31/03/17 Roma @ Chiesa Valdese "Unplugged in Monti Church Sessions" (w/ Sodastream) 01/04/17 Firenze @ Sala Vanni 02/04/17 Bassano del Grappa (Vi)
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:33:24
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Anticipato dal singolo “ The Wilderness” è uscito il 20 ottobre su Sinderlyn “In a Time Of Trouble a Wild Exultation”, terzo disco in studio del cantautore Jaye Bartell.
Dopo aver passsato il 2016 in tour come suppporto a Kevin Morby Bartell ha fatto ritorno a casa ad Asheville per lavorare sul nuovo materiale affiancato dal produttore Adam McDaniel e da amici di lunga data come Angel Olsen, Shane Parish & Ryan Oslance (Ahleuchatistas), J Seger, Emily Easterly, Michael Libramento, e Noel Thrasher. Bartell, già in Italia lo scorso marzo, è uno dei più interessanti e promettenti autori di nuova generazione. Si fa notare per una scrittura asciutta, supportata da testi taglienti, e una voce particolare, cavernosa e a tratti indolente, che ricorda Bill Callahan/Smog, Calvin Johnson o certe cose dei Magnetic Fields...
"Jaye Bartell's voice has a deep resonance reminiscent of Leonard Cohen. His words combine storytelling and poetry into powerful songwriting." - NPR
"Jaye Bartell has one of those unusual voices that’s strangely beautiful despite being unconventional, like Arthur Russell or Morrissey." - No Depression
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LIVE:
in duo con Laura Loriga (Mimes of Wine) a tastiera/voce
16/02/18 Padova @ Circolo Nadir (solo show) 17/02/18 Fermo @ Teatro Nuovo di Capodarco - Klang 18/02/18 Perugia @ T-Trane Records 19/02/18 Roma @ Unplugged in Monti
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 14:08:21
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Nuovo album e tour per A Hawk and A Hacksaw, il duo di Albuquerque, New Mexico, composto da Jeremy Barnes e Heather Trost. C'era molta attesa per il loro ritorno. Il loro ultimo lavoro, il bellissimo "Shadows of Forgotten Ancestors" ispirato al capolavoro del cineasta armeno Paradjanov (peraltro da loro sonorizzato) risale infatti al 2012; poi è stata la volta del lunghissimo tour di reunion dei Neutral Milk Hotel, band di cui Barnes è batterista, a cui hanno fatto seguito vari viaggi in giro per il mondo per cercare nuovi stimoli e ispirazione nonché l'esordio solista della Trost, "Aegistri", ottimo disco di pop atmosferico à la Stereolab. Il settimo album di A Hawk and A Hacksaw si intitola Forest Bathing, esce il 13 aprile per l’etichetta dello stesso Barnes, la Living Music Duplication, e conferma l'amore del duo per i suoni e le tradizioni est europee. “Forest Bathing” è la traduzione inglese del giapponese “Shinrin-yoku” e indica una pratica (nata intorno agli anni ’80 e affermatasi nell’ambito della medicina preventiva) consistente nell’immergersi nell’atmosfera di una foresta per sfruttare il potere terapeutico della natura e liberarsi da stress e malessere. Il termine ha ispirato Barnes e Trost, dediti a praticare il “forest bathing” nel National Wildlife Refuge della Valle De Oro, nel New Mexico. La traccia d’apertura, “Alexandria”, vede Barnes suonare il Santur persiano, un antico dulcimer percosso da un martelletto, mentre Trost crea le sue melodie con archi e strumenti a fiato. Il brano evoca la lunga via del commercio che collega quella che oggi è la Bulgaria e le antiche e ricche città di Istanbul e Alessandria. Il sottotitolo della canzone dice: “il mercante da Koprivshititsa parte da Alessandria per vendere stoffe. Sulla strada del ritorno sogna la musica che ha ascoltato là”. La band ha sempre puntato gli occhi su questa parte del mondo, alla ricerca di connessioni tra luoghi ed epoche storiche e convinta del potere della musica di superare i confini e unire. Se qualcuno ascoltasse “Forest Bathing” senza sapere chi siano o da dove vengano i musicisti, non penserebbe mai a un duo americano del New Mexico, terra a cui peraltro i nostri sono molto legati. Alla base del progetto c’è l’idea di raccogliere musica e ispirazione tramite il viaggio e la lunga genesi del disco trae infatti la propria linfa vitale dai viaggi del duo nel corso degli anni in Bulgaria, Albania, Turchia, Grecia e Romania. Quella di A Hawk and A Hacksaw non è musica ‘urbana’ ma rurale, bucolica: le loro sono canzoni di boschi e di sentieri, di strade senza marciapiedi né luci che illuminano il cammino. “A Broken Road lined with Poplar Trees” descrive proprio questo: la polvere, il sole estivo e una melodia familiare che ti rimane sulla lingua. “Babayaga”, scritta da Trost, è un tributo alla mitologica strega Babayaga che appena un bambino le corre incontro tira fuori un bastone. “The Washing Bear” è una giocosa esplosione di ottoni che collega la musica serba a quella dei loro fratelli meridionali di Albania e Turchia. Pur essendo suonato per la gran parte da Barnes e Trost , “Forest Bathing” ha visto la partecipazione di alcuni ospiti incredibili: il virtuoso del clarinetto Cüneyt Sepetçi, da Istanbul, il maestro ungherese di cimbalon Unger Balász e, più vicini a casa, il trombettista di Chicago Sam Johnson, John Dieterich dei Deerhoof e Noah Martinez della band Lone Piñon. Il tour europeo parte dall’Italia a inizio aprile (e vi farà ritorno un mese dopo, per un’altra manciata di date prima del rientro negli Usa). teaser del disco
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LIVE:
22-26/8/18 Calitri (Av) @ Sponz Festival 27/8/18 San Gemini (Tr) @ Chiostro di San Giovanni Battista, Degustazioni Musicali 28/8/18 Marina di Ravenna (Ra) @ Hana Bi
05/04/18 Genova @ Teatro Altrove06/04/18 Ravenna @ Bronson 07/04/18 Schio (Vi) @ CSC 08/04/18 San Ginesio (Mc) @ Chiesa SS. Tommaso e Barnaba / Klang (w/ Cesare Basile) 10/05/18 Terlizzi (Ba) @ MAT 11/05/18 Napoli @ Riot 12/05/18 Roma @ Unplugged in Monti / Church Sessions 13/05/18 Padova @ Prossima Corsa, a bordo del tram 14/05/18 Cremona @ Osteria del Fico
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:36:48
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La figura di Brötzmann ha sempre sollevato un certo interesse anche al di fuori della scena impro / free jazz a cui formalmente appartiene. Vuoi per l’aura ormai leggendaria che circonda quel Machine Gun del ’68, con la sua inaspettata carica di violenza sonora capace di generare entusiasmi anche nei cultori della musica “estrema” in senso lato, vuoi per un prolifico eclettismo che l’ha portato a sperimentare forme musicali diverse e un gran numero di collaborazioni con personaggi di difficile catalogazione. Come Heather Leigh, per esempio, musicista americana trapiantata in Scozia con all’attivo numerose uscite che negli ultimi anni sta vivendo un’impennata di popolarità col suo atipico approccio al suo strumento d’adozione, la pedal steel guitar, e che ha accompagnato proprio Brötzmann in tour.
Ears Are Filled With Wonder, registrato live a Cracovia nel Novembre del 2015 e pubblicato l’anno seguente dalla Not Two Records, è costituito da un singolo pezzo di ventotto minuti di fluente e deciso confronto tra la pedal steel guitar della Leigh e i fiati del venerando jazzista. Un’unica sessione senza pause che si apre con il grido prolungato, acre, rauco del tárogáto (uno strumento a fiato della tradizione ungherese), che modula una sorta di aspra e travagliata invettiva, resa ancora più vivida per contrasto dall’ingresso delle parti dell’americana, che nella loro risonante fissità fanno da texture di base agli svolazzi bruschi e ai picchi dello strumento a fiato. Più volte nel fluire del pezzo viene usata questa disposizione, con i fiati a dare dinamismo e drammaticità e lo strumento a corda a dare quasi un senso spaziale all’intero frangente, salvo poi lanciarsi in momenti più dialogici con il sax espandendo o riformulando la tessitura melodica. L’empatia tra i due pare dotare il lavoro di un respiro proprio, alternando picchi di concitazione straziata, sulla falsariga della prima fase, a trame rarefatte e fraseggi di sassofono o di clarinetto più meditativi, quasi venati in alcune sezioni di un blues umbratile. Il risultato è una conversazione che stupisce per un’immediatezza non comune in ambito free, e che soprattutto pulsa di un lirismo tanto vivido quanto emozionante. (da The New Noise)
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LIVE:
19/05/17 Torino @ Ex Cimitero San Pietro in Vincoli, "Jazz Is Deas" 21/05/17 Cadoneghe (Pd) @ Villa Da Ponte
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 14:10:10
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[(Usa / Dead Oceans)]
Roomsound 15th anniversary reissue & tour 15 anni fa usciva "Roomsound", il primo disco dei Califone. Quello che si dice un album seminale, in grado di tracciare una linea e anticipare tendenze, lontano dai riflettori ma ben presente nella testa e nel cuore di addetti ai lavori, musicisti e appassionati. Band come Wilco, Iron & Wine e Modest Mouse, per citare nomi con i quali i Califone vantano amicizie e collaborazioni assai strette, hanno ampiamente attinto alla miniera di suoni che la band di Tim Rutili sciorinava nei dieci brani di quell'esordio fulminante ma soprattutto all'idea che lo sottendeva: innestare nel corpo sonoro dell'american music, fatto di folk, country e blues, elementi di disturbo, "scarti" e deviazioni, provocando un disorientamento produttivo e rigenerante; della serie, rendere strano ciò che è familiare e familiare ciò che è strano. Di questa cifra estetica i Califone erano e sono indiscussi maestri e gli innumerevoli tentativi di imitazione tali sono rimasti. Slide polverose e schegge elettriche, elettronica in bassa fedeltà e tastiere analogiche, suoni trovati e percussioni autocostruite, ripiegamenti acustici alternati a impennate rabbiose, vocalità dolente ma anche corale e trascinante sono il marchio di fabbrica di quel disco (e dei suoi successori, altrettanto belli). Attenta com'è ai percorsi e alle sorti del songwriting di qualità, la Dead Oceans (casa, tra i tanti, di The Tallest Man on Earth, Phosphorescent, Riley Walker, Bill Fay) non si è lasciata sfuggire l'occasione del quindicennale e lo scorso autunno ha ristampato "Roomsound" in una versione deluxe; parallelamente la band si è ritrovata per un pugno di date nordamericane a celebrare anniversario e reissue, suonando il disco dall'inizio alla fine. Al fianco del sempre presente Rutili si sono così rivisti i membri storici Ben Massarella e Brian Deck (già con lui nei mitologici Red Red Meat) e i giovani Wally Boudway & Ross Andrews dei Wooden Indian Burial Ground. Un supergruppo, insomma. Lo stesso che calcherà i palchi italiani da fine maggio a metà giugno per un tour che si preannuncia indimenticabile.
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LIVE:
Califone plays Roomsound 15th anniversary reissue & tour
30/5/17 Padova, Summer Student Festival 31/5/17 Firenze, Sala Vanni, Glorytellers 1/6/17 Recanati (An), Teatro Persiani, Klang 2/6/17 Genova, Altrove Teatro della Maddalena 3/6/17 Vadena (Bz), Piazzetta del Castello 4/6/17 Santarcangelo di Romagna (Rn), Supercnema, Strade Blu Festival / Dogville 6/6/17 Terracina (Lt), Tracce 7/6/17 Napoli, Cellar Theory 8/6 17 San Gemini (Tr), Tempio di San Giovanni, Degustazioni Musicali 10/6/17 Roma @ Monk 11/6/17 Guastalla (RE), Handmade Festival
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:38:21
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[(Usa / Tin Angel, Drag City)]
Performer transgender, pianista, orso arpista, gatta fisarmonicista, artista di strada, ex organista di chiesa, cantante, membro della band di Marc Almond e dei Current 93, collaboratrice di Bonnie Prince Billy, Larsen, Andrew W.K., Antony and The Johnsons: questa e altre ancora le incarnazioni di Baby Dee, artista poliedrica e inafferrabile, classe 1953, originaria di Cleveland. Le sue tante anime e le più disparate esperienze di vita sono condensate nella musica che scrive e nelle canzoni che interpreta: poetiche, ironiche, struggenti e graffianti. L'ultimo album di Baby Dee è del 2015, si intitola "I am stick" ed è uscito sull'inglese Tin Angel Records. Dee l'ha definito un “road album”, musica da viaggio che va dappertutto toccando sentimenti come l’amore, il dolore, la mancanza di vergogna, la stupidità e la tranquillità. Vi hanno collaborato Christina De Vos, Colin Stetson e una band formata da Alex Neilson (batteria) Joe Carvell (Basso) Victor Herrero (chitarra) Jordan Hunt (archi). www.babydee.org http://www.thewire.co.uk/audio/tracks/hear-baby-dee-track video " The Dance of Diminishing Possibilities" video " Safe Inside The Day" Intervista per Indie Eye
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LIVE:
13/12/18 Milano
31/10/18 Pisa @ Lumière 01/11/18 Foligno (Pg) @ Auditorium S. Domenico 02/11/18 Bari @ Time Zones Festival, Auditorium Vallisa 03/11/18 Roma @ Angelo Mai
23/11/17 Avellino @ Godot Art Bistrot 24/11/17 Roma @ Angelo Mai 25/11/17 Parma @ Borgo delle Colonne 26/11/17 Milano @ secret show 07/07/17 Santarcangelo di Romagna (Rn) @ Santarcangelo dei Teatri
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:35:38
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[Usa]
Musicista, poetessa ed educatrice nata ad Harlem e ora residente a Brooklyn, Amy Leon si è esibita in moltissimi spettacoli negli States e in tutto il Regno Unito, collaborando con realtà del calibro di BBC, Roundhouse, Amnesty International. Allieva del Nuyorican Slam Team, fonde musica e poesia attraverso performance di bruciante intensità, in cui affronta i temi dell'ineguaglianza sociale tra bianchi e neri e celebra l'amore, la 'blackness' e ciò che significa essere donna. "This is where all of my passion lies. In music, in words, in the harmonies of life" A.L.
video: "This"
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LIVE:
27/04/18 Terracina (Lt) TRACCE 28/04/18 Pesaro Chiesa dell'Annunziata KLANG 01/05/18 Padova PARCO DELLA MUSICA 03/05/18 Bergamo INK CLUB Nero Rosa
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 14:09:06
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[Scozia-Italia]
Dopo una stagione di sold-out shows nei teatri, club, jazz club e festival d’Italia e beyond, La roots, jazz, blue eyed soul, e homespun folk Scozzese band, Emma Morton & the Graces, sono di nuovo in tour a presentare il loro disco Why Fall – che offre diversi ospiti e collaboratori come Platinum Selling Artist Raphael Gualazzi, Gabriele Evangelista, Mirco Rubegni, Antonio Gramentieri e Grammy Winner Gene Paul. I concerti di Emma Morton & the Graces offrono molto di più che un sound-cocktail, psicotropico, unico e sprizzante di sapori dal’Afro-americano al folk scozzese; le improvvisazioni cariche di emotività ed il loro dialogo spontaneo ed autentico va al di là dell'esecuzione musicale e non solo coinvolgono il pubblico ma lo invita a prendere parte ad una ricerca di verità attraverso la discoperta e l’esplorazione di bellissime contaminazioni nascoste che ornano e al contempo distorcono la prosodia della vita quotidiana. Emma Morton & the Graces trascinano nel loro mondo evocativo e misterioso pieno di esperienze in oscillazione tra amore e odio, oppressione e libertà. Lo sguardo erratico di Emma e i suoi toni febbrili e profondi donano ad ogni esibizione l’intimità di una confessione. Emma non si risparmia… accompagnata da una band altrettanto generosa, composta da tre musicisti che tuonano e ruggiscono come fossero una tempesta.” Volver Magazine, 2017. Emma Morton – Voice Piero Perelli – Drums Roberto Villa – Doublebass Luca Giovacchini – Guitar As performers, Emma Morton & the Graces have definitely been around the block; Festivals, Clubs, Theatres, Television and Radio stations have all been playgrounds for them to push experimentation and “connection” – feeding off the interplay demanded by each audience’s unique and peculiar energy. Individually, hanno collaborato and performed con artists come Olly Murs, Glen Hansard, Rapahael Gualazzi, Gary Lucas, Dana Fuchs, Vinicio Capossela, Bobby Johnson, R.L. Burnside, Frank Frost, Sam Carr, Pianco C. Reed, Stefano Bollani, Enrico Rava, Maurizio Geri and Francesco Guccini video e suoni Spanish Mary (Sofar Verona) I Want You (B. Dylan cover) Moonshiner's Daughter (live from the field)
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LIVE:
29/10//18 Padova Jazz Festival
11/03/18 Santarcangelo di Romagna (RN) @ Teatro Lavatoio 21/03/18 Lucca (LU) @ Teatro del Giglio 10/4/18 Lucca @ Lucca Film Festival Opening Night - "The Art of Music with Anton Corbijn", Parlascio, Piazza Anfiteatro (LU) 19/04/18 Mestre (Ve) @ Centro Candiani, Indie Voices 20/04/18 Bolzano @ Sudwerk 24/04/18 Pescara @ Summeat Festival, Piazza Aurum 04/05/18 Bologna (BO) @ Friday Night Blues Club 05/05/18 Genova @ Spazio Luminello 06/05/18 Torino @ Citabiunda 17/05/18 Milano (MI) @ Teatro Nibada 24/05/18 Roma (RO) @ Na Cosetta 29/05/18 Brighton (UK) @ Brighton Fringe Festival, Spiegel Tent 30/05/18 London (UK) @ Jamboree Jazz Club 02/06/18 Punt Ala @ 151 Miglia Closing Party 03/06/18 Santarcangelo di Romagna (Rn) 17/06/18 Padova @ Padova Jazz Festival 23/06/18 Piazza al Serchio @ White Night Festival 27/07/18 Forlì @ Strade Blu 28/07/18 Pescara @ Enel Energia Tour 02/08/18 Carpi (Mo) @ Coccobello 10/08/18 Corvara in Badia @ Valbadia Jazz Festival 12/08/18 Noci (Ba) @ AgriCultura Festival 24/08/18 Shrewsbury (UK) @ Shrewsbury Folk Festival 25/08/18 Shrewsbury (UK) @ Shrewsbury Folk Festival
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:36:07
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[Ita / Santeria]
DON ANTONIO è il nuovo progetto di Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori Il disco è uscito il 7 aprile su Santeria (distr. Audioglobe) Dopo il trionfale tour europeo con Alejandro Escovedo e forte dei lusinghieri riscontri sui media nazionali e internazionali (passaggi radio sulla BBC e tante ottime recensioni), DON ANTONIO è ora pronto a calcare i palchi italiani e a presentare ancheda noi la sua musica evocativa, calda e meticcia. Line up variabile, a seconda dei contesti: dal trio acustico al settetto (in inedita e avvolgente formazione a specchio: chitarra al centro e ai suoi lati due sax baritoni, basso e contrabbasso, percussioni e batteria)
BLOW UP: “Meraviglioso, un capolavoro” (8 D di REPUBBLICA: “Una gioiosa epica musicale” L’ESPRESSO: “Lampi di poesia”. DISTORSIONI: “Ricco e appassionato” (8) BOOMERANG/RADIO CITTA’ DEL CAPO: “Meraviglioso, cinematico, italiano e internazionale” INDIEROCCIA: “Un viaggio a Sud come nessuno prima” (8) IL FATTO QUOTIDIANO: “Il suono dell’Italia contemporanea” ROCKERILLA: “Orgogliosamente nomade”.
Don Antonio è un uomo e un disco. Una storia vera e un viaggio a Sud. Don Antonio è Don Antonio Gramentieri. Musicista, produttore, internazionalista del suono italiano, fondatore di Sacri Cuori, autore di musiche per il cinema, il teatro, la televisione e la pubblicità. Don Antonio è il suo primo disco solista. Registrato in Sicilia (allo Zen Arcade, con la collaborazione di Cesare Basile), rifinito in Romagna con gli amici e i collaboratori di una vita, Don Antonio è un disco che si lascia il continente dietro le spalle, e suona con la faccia rivolta verso il mare, affacciato sull’ultimo lembo di Italia e di Europa. Niente world music salottiera, tuttavia. Don Antonio invita a un ballo trasversale a tutti i folklori. E intanto dipinge un'identità Mediterranea senza ammiccamenti. Dolce e amara, romantica e spietata, vicina e distante. Un'identità che oggi slitta sul suo asse, e si trova a vivere simultaneamente l’Est e l’Ovest, il Nord e il Sud, il passato e il futuro. Il suono dell’Italia contemporanea inquadrato in un fotogramma mosso. Il continuo divenire di una geografia che perde i suoi equilibri tradizionali, e intanto ne acquisisce dei nuovi: paradossali, misti e meticci. Sul piatto ci sono melodie romantiche che profumano di Sud, strappi blues, reminiscenze ambientali, twang adriatici, balli di gruppo, paesaggi cinematici, aiuole fiorite, navi al porto, personaggi misteriosi, donne eleganti. L’amore e il dolore del viaggio, del trovare e del lasciare. Con l’assoluta-poesia e l’assoluto-kitsch che, esattamente come nella vita vera, danzano abbracciati al mercato del pesce di Catania.
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LIVE:
29/09/18 Bagnocavallo (Ra) 10/10/18 Milano @ Biko (with Alejandro Escovedo)
18/03/18 Gorizia @ Osteria L'Alchimista 20/04/18 San Lorenzo in Campo (PU) @ Teatro Tiberini, "Klang" 25/04/18 Savona, Resiste, Fortezza del Priamar 21/06/18 Ravenna Festival (solo set) 22/06/18 Prato @ Ex Fabrica 23/06/18 Ravenna Festival (full band + guests) 17/08/18 Campo Soriano, Terracina (Lt), Tracce, 24/08/18 Vitulazio (Ce) @ Mr. Rolly's 25/08/18 Vallo della Lucania (Sa) @ Koi Bistrot 26/08/18 Terlizzi (Ba) @ MAT
28/10/17 Savona, Raindogs 04/11/17 Foligno (Pg), Supersonic 10/11/17 Colle Val d'Elsa (Si), Bottega Roots 11/11/17 Cotignola (Ra), "Selvatico", Convento di San Francesco (SOLO) 17/11/17 Parma, Barezzi Off, Borgo delle Colonne 18/11/17 Cusano Milanino (Mi), Agorà 08/12/17 Verona, Cohen Jazz Club 16/12/17 Vitulazio (Ce), Mr. Rolly's 17/12/17 Alvito (Fr), Teatro Comunale 18/12/17 Cantù, All'1e35 circa 24/12/17 Faenza, Clandestino 30/12/17 Firenze, Circolo Progresso
16/6/17 Brisighella (Ra), Grotta della Tanaccia, prima ufficiale9/7/17 Cosenza, 21/7/17 Kotor (Montenegro), Sea Rock Festival 23/7/17 Pusiano - Buscadero Day 27/7/17 San Benedetto del Tronto (Ap), I'Mporto Festival 2/8/17 Marina di Ravenna (Ra), Peter Pan 3/8/17 Talmassons (Ud), Musica in Villa
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:33:46
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